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Delitti al ragù

Delitti al ragù

Sulla scia della scuola di Loriano Macchiavelli e Carlo Lucarelli, l’esordiente scrittore bolognese Davide Piazzi propone il suo primo romanzo rispettando in pieno il tradizionale schema del giallo classico (omicidio / investigazione / soluzione / spiegazione), ma personalizzandolo con frequenti e ampie carrellate sull’ambiente in cui ha luogo l’intreccio.

L’opera si apre a crimine ancora in corso con una panoramica della città di notte con passaggi da un ambiente ad un altro, da una situazione drammatica ad una ilare. Si contrappongono l’angosciosa realtà del crimine e la tranquilla vita del protagonista: un investigatore, Loriano Macchiavelli, detto il Macchia, uomo rispettato nel suo lavoro, benestante, amante della buona tavola e delle belle donne. Un bolognese doc ruspante, un po’ goffo, ben lontano dagli impomatati archetipi alla Hercules Poirot o Sherlock Holmes.
Il lettore non conosce l’identità del criminale per buona parte dell’opera e indaga insieme al protagonista ritrovandosi a intervalli regolari sulla scena del crimine senza però capire il movente e l’identità dell’assassino. Ciò mantiene alta la tensione che a tratti viene alleggerita grazie ai numerosi passaggi descrittivi. Piazzi dimostra di conoscere a fondo la realtà cittadina e di esserne parte integrante. Trapelano sfuggenti pennellate nostalgiche dalle sue parole per quei luoghi che un tempo furono: tripudio di colori e profumi di Via Drapperie e candidamente ricoperta di neve delle sue strade di mercato ma… sparisce la poesia nei suoi vicoli occupati da banche spuntate come funghi negli ultimi anni. Allo stesso tempo viene mantenuto un distacco tipico da reporter: via del Pratello una strada di Bologna da sempre considerata degradata …era davvero cambiata ultimamente …grazie ai numerosi locali e bistrot.

La scrittura è pulita ma troppo scolastica per essere naturale e ciò fa perdere all’intreccio parte del mordente che, complice l’intrigo, potrebbe acquistare. La psicologia dei personaggi, soprattutto del criminale, viene scavata ampiamente: le ansie, le angosce, le tortuosità mentali, ma il distacco che ne risulta nella lettura è inevitabile. Ancora una volta, come per i paesaggi circostanti, la tendenza dello scrittore è soprattutto didascalica ma non empatica. Peccato.

L’autore
Davide Piazzi, bolognese poco più che quarantenne, è uno scrittore di racconti. Con I delitti della terza via, invece, affronta il genere romanzo giallo.

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