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Anche gli intelligenti piangono

Anche gli intelligenti piangono

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Se negli anni Ottanta il tormentone era Anche i ricchi piangono, lo slogan dell’esordio di Noam Murro potrebbe essere Anche gli intelligenti piangono. Il film vuole infatti essere una riflessione sul rapporto tra doti intellettuali e relazioni affettive. Chi ha più cervello ha anche più problemi ad avere legami con le persone?

Il regista cerca di spiegarlo in una tipica cornice da cinema indipendente americano (non a caso il film è stato presentato al Sundance): personaggi eccentrici, dialoghi brillanti, intrecci ben strutturati.
Prima di tutto, i personaggi. Il limite di questo tipo di cinema, spesso, è quello di creare personaggi troppo monocorde, quasi fossero quelli di un cartoon. Murro, invece, insieme allo sceneggiatore Mark Poirier, riesce a dare tridimensionalità ai protagonisti del suo film, senza però rinunciare alla loro bizzarria, che è poi il fulcro del film. A dire il vero però, non tutti gli attori sono riusciti alla perfezione a seguire le indicazioni del regista. Dennis Quaid e Sarah Jessica Parker, infatti, sono troppo legati ai loro clichè (troppo poco smart il primo, troppo sex and the city la seconda), per riuscire a funzionare perfettamente nel ruolo. Sono invece bravissimi i comprimari. Ellen Page, il cui personaggio pare una versione femminile del Michael J. Fox di Casa Keaton, continua a non sbagliare un colpo, mentre Thomas Haden Church è l’elemento migliore del film. L’attore texano, nominato all’Oscar per Sideways (id., Alexander Payne, 2004), interpreta il non smart del gruppo, fa ridere di gusto ma regala anche i momenti più delicatamente intensi del film.
Dialoghi e intreccio sono poi perfettamente funzionali al genere cui il film si rifà. Forse solo il finale, un po’ troppo da sitcom, cala leggermente, ma nel complesso il termine smart ben si adatta alle scelte di sceneggiatura.

Il regista alla fine non dà risposte alla domanda iniziale. Murro non fa un elogio dell’idiozia, come si potrebbe pensare dopo le prime battute del film. Vuole solo raccontare come intelligenza e stupidità, in fondo, siano solo questioni di punti di vista.

Curiosità
Il progetto Smart People ha girato per parecchi anni ad Hollywood. Inizialmente sarebbe dovuto essere diretto da Robert Redford, e interpretato da Rachel Weisz. Alla fine, invece, dietro alla macchina da presa è andato il quarantasettenne israeliano Noam Murro.

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