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Sull’orlo dell’abisso? No, solo nei pressi

Sull’orlo dell’abisso? No, solo nei pressi

Novalis ovvero l’insostenibile pesantezza del già letto/visto/sentito. Non è un’opera prima, ma il secondo romanzo di un giovane scrittore che risponde al nome di Giorgio Fontana, forse già noto ad alcuni lettori per la sua appartenenza al pamphlet letterario Eleanore Rigby. Dopo Buoni propositi per l’anno nuovo (di cui l’autore ha ‘disapprovato’ titolo e copertina), pubblicato lo scorso anno da Mondadori, arriva in libreria quello che viene definito “un romanzo metropolitano sul male e la salvezza”. Storia di Alex, “giovane musicista dal passato dolente” che dopo lo scioglimento della sua band e la progressiva disgregazione della sua famiglia incontra Sara, una ragazza che si prostituisce online e partecipa agli strani incontri di un gruppo simil-teatrale che si chiama, ovviamente, Gruppo Novalis.

Un libro che finora ha raccolto buone recensioni e ottimi commenti. E siccome “i segreti vanno rivelati” viene voglia di indagare a fondo, magari leggerlo una seconda volta, questo romanzo così metropolitano che non nomina neanche la città in cui è ambientato. Forse è una città qualunque, forse sotto sotto(suolo) tutte le città sono uguali, forse il riferimento romantico del titolo è anche un’indicazione di stile, un’atmosfera vaga e indefinita, un po’ cupa e un po’ bagnata dalla pioggia, un’animo sensibile e pieno di interrogativi. Non è detto che tutti i libri debbano essere necessari, ma se un libro non lo è allora dovrebbe avere altre qualità. Non che Novalis sia un libro senza qualità, ma i suoi difetti le offuscano: la dimensione interiore, accentuata dalla narrazione in prima persona, prevale sulla definizione dei personaggi, sugli accadimenti e sull’evoluzione della storia. Il flusso dei pensieri, a tratti stream of consciousness interrotto dai “:”, è troppo greve per farsi rivelatore, e a volte si fa clichè, ha il sapore del finto metallo.

Tutto è preludio e sottolineatura di qualcosa di terribile e sconvolgente che quando arriva delude, e in ogni caso non viene indagato a sufficienza da suscitare almeno un po’ di angoscia. Viene il sospetto che il male stia sempre un po’ più oltre, e che la salvezza non sia abbastanza giustificata. La trovata delle maschere risulta banale e richiama un immaginario kubrickiano che è molto più inquietante alla fonte. In questa atmosfera che vorrebbe essere sull’orlo dell’abisso ma arriva a fatica nelle sue vicinanze, si muovono personaggi che finiscono per ispirare un’antipatia innata nel loro languore convinto e inutile. Nonostante tutto, l’autore non riesce a risultare antipatico e lascia squarci di possibilità. Il ragazzo si farà? Anche se ha le spalle strette? Una critica, un augurio.

L’autore
Giorgio Fontana è nato a Saronno nel 1981. Laureato in Filosofia, ha vissuto a Montpellier e Dublino. È condirettore del pamphlet letterario Eleanore Rigby, realtà di spicco nel panorama letterario underground, e ha pubblicato racconti e interventi per numerose riviste cartacee e on line. Ha esordito con il romanzo Buoni propositi per l’anno nuovo (Mondadori 2007). Vive a Milano.

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