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Elezioni Americane

Elezioni Americane

Nel 1960, un operatore di una società di documentazione organizzò con un gruppo di filmmaker una pianificazione scrupolosa che, grazie alle nuove cineprese in 16 mm (una Auricon 16mm modificata e un registratore Nagra che venivano sincronizzati per mezzo di un sistema cronometrico Bulova Accutron elettronico, tecnologia molto più leggere e agile rispetto a quelle utilizzate fino ad allora), offriva così l’opportunità di una profonda immersione nel meccanismo della campagna elettorale che vedeva contrapposto Kennedy al senatore Humphrey per la candidatura alla presidenza degli Stati Uniti. Robert Drew non si stava forse rendendo conto che insieme a Richard Leacock, D.A. Pennebaker, Terence Macartney Filgate e Albert Maysles aveva appena dato vita a una rivoluzione copernicana del mondo del documentario.

Con Primary nacque un nuovo modo di fare documentario, quello che in seguito sarebbe stato definito Cinéma vérité in Francia e Direct Cinema in America. Primary fu il primo film girato grazie a una telecamera che poteva muoversi liberamente nell’ambiente che stava illustrando, estraendo la vera essenza della storia che si stava sviluppando.
Drew, formatosi come corrispondente ed editor della rivista Life, propose una nuova idea di documentario, un approccio innovativo che avrebbe in seguito fatto scuola e insegnato a centinaia di registi un modo nuovo per confrontarsi con la realtà. I suoi collaboratori divennero alcuni fra i più importanti nomi della cinematografia documentaria mondiale e la Drewassociates si trasformò in un punto di riferimento imprescindibile per il mondo del documentario.

Primary descrive dall’interno lo scontro elettorale tra Kennedy e Humphrey, attraverso un’analisi di grande spessore che ha introdotto il concetto di living camera che permetteva di riprendere in sincrono audio e video. Per la prima volta la cinepresa divenne trasparente, entrambi i soggetti del documentario riuscirono a dimenticarsi di quell’occhio indiscreto e si comportarono come se non fossero sotto i riflettori. Per lo meno, non quelli del cinema.

Il lavoro fu lungo e costoso, durante le giornate di shooting le riprese erano intensive, al punto che il budget del film crebbe a dismisura. La selezione dei materiali e il successivo montaggio impiegò oltre quattro settimane. L’esperimento si rivelò un grandissimo successo: in 55 minuti i due candidati dimostrarono che è possibile creare un’intesa perfetta tra il soggetto delle riprese e il regista, senza alcuna azione intrusiva. Allo stesso modo, Dreaw e Leacock hanno evitato di intervenire sui candidati: la loro presenza doveva essere fin dai loro intenti assolutamente ininfluente ai fini delle riprese. Le elezioni non furono più le stesse dopo Primary.

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