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Election Day: Cinema ed elezioni

<i>Il candidato</i> di Michael Ritchie” />Sebbene le elezioni del Presidente degli Stati Uniti rappresenti con il suo interminabile meccanismo la perfetta realizzazione del sogno americano, della realizzazione dell’uomo come essere individuale, in <strong>una corsa all’ultimo voto che si trasforma nell’apoteosi del superomismo nicciano</strong>, il tema del voto è non è mai entrato con prepotenza nell’immaginario cinematografico hollywoodiano. Bisogna specificare che il riferimento in questione è il voto finale che mette a confronto il candidato repubblicano con quello democratico, poiché paradossalmente le campagne elettorali a carattere locale (<em>Ritorno al futuro</em> di Robert Zemeckis), per una poltrona in senato (<em>Il candidato</em> di Michael Ritchie e <em> Bob Roberts</em> di Tim Robbins) o addirittura per il consiglio scolastico (<em>Election</em> di Alexander Payne) sono invece spessissimo motore narrativo o tema caratterizzante dell’ambientazione della storia raccontata.</p>
<p>Fra i primi film di rilievo nella cinematografia americana che toccano il tema delle elezioni presidenziali possiamo risalire a <em>Lo stato dell’unione</em> (<em>State of the Union</em>, 1948) di Frank Capra racconta la vicenda di un imprenditore (interpretato da Spencer Tracy) che accetta la proposta di presentarsi candidato alle elezioni presidenziali per il partito repubblicano. La campagna elettorale però rivela all’uomo il suo meccanismo corrotto e lo spinge a ritirarsi dalla corsa. Persa la gara delle elezioni, riconquista però l’amore della moglie Mary (Kaherine Hepburn) e personalmente penso ci abbia guadagnato. Bisogna aspettare gli anni Settanta perché <strong>la politica <img class=Death of a President (id. 2006), per passare attraverso presidenti romantici come quello di Dave – Presidente per un giorno (Dave, 1993), di Ivan Reitman con Kevin Kline e Il presidente – Una storia d’amore (The American President, 1995) di Rob Reiner con Michael Douglas.

La campagna elettorale e le successive operazioni di voto rimangono comunque elementi marginali a esclusione del film a tema Recount (id., Jay Roach, 2008), con Kevin Spacey e Laura Dern [img4]che attraverso una docufiction di stampo televisivo ricostruisce il riconteggio delle schede elettorali in Florida deciso dai giudici della Corte Suprema degli Stati Uniti durante le elezioni del 2000 che vedevano di fronte il futuro presidente George W. Bush e lo sfidante democratico Al Gore.

Forse il motivo per cui le elezioni presidenziali non sono diventate un tema caldo nel corso di un secolo di storia del cinema è connaturato l’intrinseca caratteristica cinematografica che le caratterizza. Non è assurdo ipotizzare che la campagna elettorale è una forma di film che il popolo americano vive “live” a partire dalle Primarie fino al conteggio dell’ultimo voto. Dopotutto Ronald Reagan è diventato presidente. E forse John Wayne sarà il ministro della guerra. Ma solo uno dei due è un film.

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