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Riflessione sulla Bellezza

Riflessione sulla Bellezza

Chi non ama le atmosfere romantiche e raffinate dello scrittore, difficilmente potrà apprezzare la sua prima opera come regista. È complicato calarsi nel suo mondo delicato e sognante se non si apprezza l’estetica tipica dei suoi romanzi, fatta di piccole assurdità e di poesia del quotidiano.
Nel caso si amino le sue creature di carta, si troverà invece perfetta realizzazione dell’immaginario di Baricco, esaltato dalla sovranità del paesaggio: la neve perenne che ricopre il villaggio è come la distesa salmastra che è centro di Oceano Mare, infinita ed eterna. Ricorre anche il tema dell’intreccio tra passato e presente, sviluppato attraverso i molteplici piani della narrazione.

La vera innovazione dell’opera rispetto al precedente lavoro dell’autore è il tema storico-musicale, che assume a tratti l’aspetto di un documentario, come appare dalle interviste ai contemporanei del compositore e dalla stessa “messa in scena” della Nona Sinfonia. La pellicola, che scivola talvolta su metafore fini a se stesse, fa grande sfoggio del potere della reticenza e della suggestione, pur conservando un ritmo accettabile. Non siamo nell’astruso e nello statico tipico del cinema che vorrebbe definirsi colto, ma lascia trasparire il messaggio senza comunicarlo in maniera diretta.

Il professore, il violinista e lo stesso Beethoven sono tutti alla ricerca della Bellezza, che la vecchiaia o il declino rendono quasi irraggiungibile La vicenda del compositore è un pretesto per una riflessione sulla decadenza: un ultimo atto di gioia è un diritto per ogni uomo al crepuscolo della propria vita. Così Hans Peters rivive le circostanze legate alla Sinfonia, compiendo un percorso di conoscenza attraverso la distruzione del mito romantico di Beethoven, fino al miracolo finale auspicato da Killroy.

Lezione Ventuno è come il quadro di un pittore, i cui particolari si scoprono poco a poco: anche se non analizzato fino in fondo, appaga la vista dello spettatore che ne apprezza l’armonia complessiva. Se invece l’accostamento cromatico urta la vista, l’osservatore non ne trarrà alcun piacere. Così è la pellicola di Baricco, banchetto dei sensi per gli estimatori dello scrittore, parabola senza senso per gli amanti delle immagini forti e del linguaggio schietto.

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