A volte, anche a Venezia, verrebbe voglia di ridere. In questi primi giorni di Mostra del Cinema (ma non manca poi molto alla fine), avrò visto quasi trenta film. Numero di commedie: zero. È vero che la comicità difficilmente arriva ai festival, ma quest’anno la selezione dei film, soprattutto di quelli in concorso, è stata piuttosto strana. Stanno trionfando i drammi dai tempi dilatati, in cui conta più il modo di raccontare che il racconto stesso. Anche il cartoon di Mamoru Oshii, che lasciava ben sperare dopo il successo di Miyazaki, si è rivelato il tipico film di Venezia 2008: poca trama, tante inquadrature fisse e lunghissime, dialoghi al minimo sindacale. Non che siano difetti di per sé, ma al quindicesimo film così uno si aspetta anche qualcos’altro di tanto in tanto.

Nel frattempo, pare proprio che il film che ieri ho perso (Teza di Haile Gerima) e cui avevo dato poche possibilità, in realtà sia dato da molti come favorito. Forse allora ho trovato la ragione della pesantezza dei film della Mostra: in realtà sanno che se si fanno vedere da me non hanno possibilità di vittoria, quindi cercano in ogni modo di farmi addormentare. O forse sono solo terribilmente noiosi.

A cura di Alberto Brumana
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