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cultura dell'immagine e della parola

Intervista a Takeshi Kitano

La conferenza stampa per la presentazione dell’ultimo Kitano (Achille e la tartaruga), complice la traduzione simultanea in cuffia e le domande strambe di alcuni colleghi, è risultata piuttosto originale. Eccone alcuni stralci.

Nel film compaiono quadri e disegni con galline. Sta cercando di riabilitare la gallina?

Volevo dare al film una tonalità predominante sul giallo, infatti ci sono le galline, il girasole (che è anche un riferimento a Van Gogh), il distributore di benzina, l’automobile, la baracca dove il protagonista si suicida… La gallina è una cosa quotidiana e familiare, non volevo usare i soliti cane o gatto… potevo prendere dei canarini, sì, ma ho scelto la gallina.

Nella parabola dell’artista maledetto ci sono dei riferimenti reali? Non le sembra un tema abusato?

A me piace dipingere, ma siccome a nessuno piacciono i miei quadri ho pensato di occuparmi del pittore.

In questo film la narrazione si snoda lungo un asse temporale definito, è una cosa insolita.

Di solito nelle mie opere non c’è un asse temporale definito, invece qui si comincia dall’infanzia e si segue questa linea attraverso l’adolescenza e poi l’età adulta. Ma è lungo descrivere la vita di una persona…

Lei dipinge. Che rapporto ha con l’arte?

Tutti i quadri che ho usato nei film non li ho mai venduti, di solito li regalo agli amici. Non credo che abbiano un valore commerciale.

Pensa che la storia narrata sia rappresentativa di quanto accade agli artisti?

No, penso che sia una storia crudele e io volevo raccontare, descrivere, qualcosa di crudele. Ma l’artista non deve necessariamente morire, anche se questo è un aspetto che l’arte possiede, una sorta di lato oscuro.

Cosa significa per lei essere qui a Venezia?

Sembra quasi che Venezia sia diventata parte del mio programma annuale, forse il mio ciclo produttivo coincide esattamente con le tempistiche del Festival… Ma essere presenti al concorso è difficile, e se i selezionatori mi scelgono non è perché li pago sottobanco.

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