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cultura dell'immagine e della parola

Festival di Locarno
13 agosto

Elisabetta Sgarbi insieme al fratello durante la presentazione di Non chiederci la parolaLocarno calma piatta. Poche cose interessanti tra cui una deliziosa commedia in concorso, The Market – A Tale of Trade, ambientata nella Turchia orientale, diretta da un regista inglese, Ben Hopkins, e prodotta con capitali tedeschi. Un film dunque cosmopolita, come nelle intenzioni del regista. Racconta di un giovane, Mihram, che sogna di entrare nel business della telefonia mobile. Un’opera indubbiamente divertente, ma non spensierata, che riflette sul tema del conflitto tra etica e capitalismo selvaggio, qui rappresentato dal settore imperante dei cellulari, che si sta diffondendo in tutto il mondo.

Presentato poi nella sezione Ici & Ailleurs, il nuovo documentario della vulcanica Elisabetta Sgarbi, Non chiederci la parola. Riguarda il Sacro Monte di Varallo, con le sue straordinarie sculture e affreschi cinquecenteschi, opera in prevalenza di Gaudenzio Ferrari. La Sgarbi fornisce una visione estatica di quei capolavori, che vengono contemplati in tutto il loro splendore con un grande lavoro per riuscire a catturare la luce naturale interna delle cappelle. Un accompagnamento musicale scritto da Franco Battiato e la lettura, da parte di Tony Servillo, di brani di Umberto Eco, Giovanni Testori e, guarda un po’, Vittorio Sgarbi. Un’opera che scaturisce da una cultura e una passione immense, ma che non convince del tutto. L’arte figurativa, la pittura e la scultura, sembra non possiedano la dimensione tempo, propria invece del cinema. In realtà l’aspetto temporale esiste ed è quello, soggettivo, del fruitore dell’opera d’arte che guarda un dipinto soffermandosi, per quanto ritiene necessario, sui dettagli che lo colpiscono, ammira una statua e ci gira attorno. I movimenti di macchina delle riprese che la Sgarbi fa alle sculture e agli affreschi, costituiscono il suo personale percorso temporale, che viene imposto arbitrariamente allo spettatore. Sicuramente questa visione dell’opera d’arte rappresenta solo un pallido simulacro dell’originale.
Per domani si attende il ciclone Moretti.

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