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Il resto del nulla

Il resto del nulla

Il resto della notte esce in un momento caldo, in cui il dibattito politico è ossessivamente incentrato sul binomio sicurezza/immigrazione. Ma l’uscita politicamente e socialmente opportuna non aggiunge valore a un film penalizzato da una scrittura sciatta e da un’attorialità ingessata.
Munzi costruisce un film formato da due parti distinte. Una prima finto-documentaria che segue le vicende di vari personaggi, apparentemente non collegati tra di loro, di diversa estrazione economica, fornendo un ritratto dei rispettivi contesti sociali.
Nella seconda le situazioni si intrecciano tra di loro e il film acquista una progressione drammatica, da cinema hollywoodiano.

La prima parte potrebbe funzionare solo con una recitazione molto spontanea, riuscendo così a dare un’impressione neorealista. Ma, al contrario, gli attori, come spesso succede nel cinema italiano, risultano poco autentici, freddi. Una considerazione che vale sia per i comprimari non professionisti, presi dalla strada, che non si sentono a loro agio davanti alla macchina da presa, sia, e la cosa è ovviamente più grave, per quelli che fanno l’attore per mestiere.
Particolarmente scandaloso, da questo punto di vista, Stefano Cassetti, che esordì con Roberto Succo (Id., Cédric Kahn, 2001): la sua recitazione ipercaricata, sempre sopra le righe, è a tratti insostenibile.

La seconda metà è costruita sul rigoroso intreccio narrativo, su un gioco a incastro dove tutto si compone, con rimandi simmetrici tra i vari nuclei familiari: quello altoborghese e quelli proletari, i cui rapporti sembrano essere improntati su forti meccanismi di gelosia, talvolta edipica.
Alcune parti rappresentano solo dei cliché non interessanti per l’andamento della narrazione, come, ad esempio, la vicenda dell’amante del padre della famiglia altolocata. Anche se quest’ultima è interpretata da una brava Valentina Cervi, unica attrice degna di nota. Lo stesso vale per i commenti ironici, di stampo classista, che la madre fa sul fidanzato della figlia. Uno stereotipo ridicolo.

Peccato che questo Il resto della notte sia un tonfo così clamoroso per un giovane regista promettente, dopo il brillante esordio di Saimir (Id., 2004).

Curiosità
Il film è stato presentato a Cannes 2008 alla Quinzane des Réalisateurs.

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