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Le donne lo preferiscono in tv

A. Dickinson in Pepper Anderson agente specialeNella maggior parte delle interviste che vengono fatte alle attrici, soprattutto quelle strapagate di Hollywood, si legge una denuncia contro lo strapotere maschile dello star system, che offre solo ruoli di secondo piano alle donne. Mogli, madri, fidanzate, puttane, ragazze della porta accanto, sembra che non ci sia altro da interpretare.
In tv invece è tutta un’altra storia. Quando Sex and the City apparve sulla HBO nel 1998, fu una vera rivoluzione. Donne complicate e indipendenti che utilizzavano linguaggio e corpo in maniera nuova, azzardandosi a parlare di sesso, shopping e amore, magari anche – udite, udite – nella stessa frase. Un successo planetario che ha dato il via a una nuova era televisiva, in cui le donne la fanno da protagonista con ruoli di tutto rispetto.
Le protagoniste di Sex and the City
Certo non era la prima volta che un telefilm “osasse” avere una protagonista femminile. Alla fine degli anni Settanta Angie Dickinson vestì i panni di una poliziotta in Pepper Anderson agente speciale, poi arrivarono New York New York, Charlie’s Angels, La donna bionica (di cui è in arrivo un remake) e, perché no, anche La signora in giallo. Ma a parte le agenti Cagney e Lacey (New York New York), che affrontavano indistintamente criminali e problemi di/da donne, quei telefilm erano incentrati su storie superficiali e di intrattenimento, basati su personaggi stereotipati.
Sex and the City ha invece rilanciato un modello femminile più contemporaneo e completo, inaugurando un nuovo ciclo. Desperate Housewives, The L World, Allie McBeal, Damages, The Closer, Crossing Jordan e l’imminente, e consigliatissimo, Women’s Murder Club. Una tendenza in parte anche italiana. Glenn Close in DamagesSi pensi a Distretto di Polizia prima e ora a Quo Vadis, Baby?.
Non a caso sono sempre di più le attrici di cinema che stanno accettando ruoli da protagonista in tv. L’apripista fu Joan Allen (Dynasty), ma al momento il fiume sembra in piena: Glenn Close (The Shield e Damages), Holly Hunter (Saving Grace), Meryl Streep (Angels in America), Sally Field (Brothers and Sisters). Le stesse Sarah Jessica Parker e Kim Cattrall, dopo una media carriera cinematografica, hanno avuto la loro consacrazione tramite la tv grazie a Sex and the City.

Questi telefilm ottengono consensi e spopolano in tutto il mondo. Eppure il cinema, tranne in rari casi, agisce al contrario. Dando un’occhiata alla prossima stagione cinematografica americana, [img4]poi, sembra che il femminile sia stato quasi totalmente debellato. Comici, supereroi, poliziotti: ruoli da e per i maschi.
Perché? Una diversa generazione di scrittori? Oppure un mero tornaconto economico?
In America sembra che il pubblico medio delle sale cinematografiche e dell’home video sia essenzialmente maschio e teenager. La tv invece è vista principalmente da persone di fascia di età superiore, soprattutto donne e famiglie.
Tra product placement e raccolta pubblicitaria, i “valori” di questa spiegazione sembrano sufficientemente forti. Un effetto boomerang che però ha permesso a una nuova generazione di scrittori, e scrittrici, di farsi le ossa e osare linguaggi e direzioni nuove, creando la prima pubblicità progresso inconsapevole (e redditizia) in favore delle pari opportunità.

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