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Intervista a George Clooney

In amore niente regole è il nuovo film di George Clooney. Il quarantasettenne americano ha così presentato quella che è la sua terza regia.

Come ha iniziato a lavorare a questo film?

Un anno dopo Good Night, and Good Luck e Syriana, ho iniziato a rileggere una vecchia versione di In amore niente regole. Poi ho studiato alcune commedie che amo, come Philadelphia Story, Prima pagina e Colpo secco perché avevamo bisogno di una struttura tipica di quell’epoca, evitando ogni tipo di modernità.

Come ha diretto se stesso per la parte di Dodge?

Dodge è un personaggio che ho sentito affine alla mia personalità, che sapevo esattamente come interpretare. In Good Night, and Good Luck avevo scritto la parte di Murrow per poterla interpretare io stesso. Poi, quando ho riletto la storia in veste di regista, ho notato che Murrow è un personaggio piuttosto malinconico, che sembra avere un peso dentro di sè, anche quando ride. Non mi sentivo adatto a interpretare un ruolo simile, non mi appartiene. Quel tipo di atteggiamento non si può recitare, è qualcosa che bisogna possedere. Mi sono reso conto che non lo avrei reso credibile, quindi ho pensato a David Strathairn, che infatti si è rivelato perfetto in quella parte. Nel caso di Dodge, invece, mi sono totalmente identificato.

Com’è stato invece il lavoro con Renée Zellweger?

Il dialogo di questo film assomiglia alle montagne russe. Prima si corre, poi ci si ferma all’improvviso. Bisogna riuscire a coglierne il ritmo. Renée è perfetta per questo, non riesco a pensare a nessun’altra che avrebbe potuto interpretare quel ruolo.


Il football americano è al centro del film. È stato difficile trasformarsi in un atleta?

Bisognava capire come giocare in modo diverso, in modo “cattivo”, e non era facile, soprattutto senza imbottiture. I ragazzi hanno dovuto imparare ad avvinghiarsi e a strattonare. Hanno alloggiato insieme nelle stanze d’albergo, sembrava un vero dormitorio. Hanno trascorso tanto tempo insieme, sono andati al cinema, in giro insieme. In più negli anni Venti il football era tutto diverso, le posizioni, il modo di bloccare e di tenere la palla… Fortunatamente non giocavo da diverso tempo quindi sono riuscito a imparare rapidamente le diverse posizioni. Ho sempre giocato in difesa, ma sognavo di essere un corridore, quindi ero molto eccitato all’idea.

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