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Come un colpo di pistola

Come un colpo di pistola

Che Bob Maconel (Christian Slater) non abbia tutte le rotelle a posto lo si capisce subito: sogna di compiere una strage nel suo ufficio, immagina che l’edificio in cui lavora salti per aria e condivide questi suoi pensieri con il pesce rosso che tiene in casa. Ma quando prova a trasformare in realtà i suoi istinti omicidi, fallisce miseramente. Finisce però per vedere alcuni suoi colleghi morire davanti ai suoi occhi sotto i colpi sparati dalla pistola del vicino di scrivania. Bob, a quel punto, ferma la carneficina uccidendo il collega. Vanessa Parks (Elisha Cuthbert) è salva grazie a lui, ma resta paralizzata. È l’inizio di una storia malata che, come atmosfere, può ricordare film come L’uomo senza sonno.

La pellicola procede tra varie tematiche: c’è la critica del modello sociale americano per cui chi non ottiene successo praticamente non esiste, c’è il dilemma etico che mette in bilico una persona tra la morte e una vita segnata dalla paralisi, ci sono l’amore impossibile che all’improvviso diventa possibilissimo, la gelosia, l’ossessione, la follia. Non sempre il regista e sceneggiatore Frank Cappello approfondisce con la giusta forza tutti gli aspetti e, talvolta, i fili si perdono in qualche digressione poco centrata: alcune parti appaiono superflue e sembra che si resti un po’ disorientati dai cambi di registro, come se le idee non fossero proprio chiare. D’altra parte, però, il lavoro ha una sua dignità, ottenuta grazie a una certa originalità, sia nella trama che in alcune scelte stilistiche di regia: Cappello bada all’essenziale, facendo di necessità (low budget) virtù (qualche trovata visiva che mostra come gli individui e la società viaggino a velocità completamente diverse).

Un uomo qualunque cerca così di farci vedere la realtà con gli occhi del perdente Maconel, un uomo a disagio sia nel ruolo di loser, sia in quello di eroe per caso, tanto che per lui non può esserci scampo neppure quando pare realizzare i propri sogni e raggiunge quei traguardi che dovrebbero “guarirlo” dalle sue ubbie. Gli attori reggono bene: Slater, Macy e Cuthbert danno vita a personaggi in cui si alternano luci e ombre e che spingono ad interrogarsi su quale sia il punto in cui gli interessi personali prevaricano sui buoni sentimenti.

Curiosità
Il regista Frank Cappello ha anche scritto ed eseguito diversi brani della colonna sonora del film.

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