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cultura dell'immagine e della parola

In memoria di Decameron

Calma e sangue freddo. Sì, lo so, siamo tutti scossi. Neanche il tempo di esultare e già ci hanno tolto la nostra dose di satira settimanale. La delusione è cocente, ma questo non è un buon motivo per perdere il controllo e farneticare. Quindi asciughiamoci gli occhi e cerchiamo di elaborare il lutto in modo sano. Ci sono dodici fasi da superare, cari i miei lettori. Ora ci mettiamo comodi e vediamo di uscirne bene.

Lo shock: tranquilli, questa fase l’avete già superata nel momento stesso in cui avete iniziato a rovistare in Rete in cerca di articoli su Luttazzi. Avete visto quanti ce ne sono? Ecco, ora potete smettere di sentirvi soli e spaesati.

Disorganizzazione: “come facciamo adesso? Come dobbiamo comportarci?”. Iniziate leggendo molti giornali, possibilmente non solo italiani e non direttamente legati a partiti politici. Sono pieni di notizie: la prima cosa da fare quando ci si sente sotto dittatura è rifugiarsi nella informazione libera. Per fare il suo mestiere, Luttazzi si documenta; facciamolo anche noi, attingendo alle sue stesse fonti.

Aggressività: se avete bisogno di sfogarla, andate sul sito di La7 e lasciate un commento sotto la notizia della sospensione di Decameron. L’hanno già fatto in tanti.

Invidia: è vero, Luttazzi si ispira spesso a comici statunitensi che nel loro paese non vengono censurati. È una cosa ingiusta. Però se un americano si rompe un gamba lo lasciano morire di setticemia, mentre a noi ci ricoverano in ospedale. Uno pari, palla al centro.

Vergogna: un sentimento sacrosanto, in questo caso. Ma in fondo siamo italiani, dopo due governi Berlusconi dobbiamo arrossire per un programma sospeso?

Negazione: “le registrazioni non sono state distrutte. Decameron può ancora andare in onda!”. No, non può se nessuno lo trasmette. Non aspettiamoci che Luttazzi torni in Tv, è una partita persa in partenza.

Ricerca: La mancanza di Luttazzi vi distrugge? Non c’è problema. andate in biblioteca e prendete in prestito i suoi libri, quelli non ve li possono negare. E tenete d’occhio www.danieleluttazzi.it: in questi giorni Daniele sforna un post dopo l’altro e a breve immagino che si troverà anche il modo di vedere la puntata mai trasmessa che ha portato in scena all’Ambra Jovinelli.

Razionalizzazione: non c’è troppo da sforzarsi se si vuole razionalizzare. Stava per mandare in onda una puntata dedicata all’ultima enciclica papale. Traete pure le dovute conseguenze.

Colpa: “che cosa potevamo fare per impedire che accadesse?”. Nulla. Se ci pensate, è proprio questo il problema.

Depressione: no, dai. Bisogna mantenere il contatto con la realtà. Decameron era un buon programma con qualche pecca evidente (eccellenti monologhi alternati a sketch di bassa qualità) e Luttazzi è un grande comico ma non il Messia. Vediamo di non fargli fare la fine di Grillo.

Identificazione: “come possiamo essere parte di un qualcosa che ci riconsegni la gioia che questa chiusura ci ha tolto?”. Diventando un buon pubblico anche a teatro, in Rete o in libreria.

Reintegrazione: come vi stavo dicendo, la vita continua. Fortunatamente nel terzo millennio la Tv non è più il medium egemone.

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