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cultura dell'immagine e della parola

Festa di Roma
L’ora delle polemiche

Roma, 23.10.2007. Nella giornata in cui la Festa di Roma accoglie la bellissima pellicola di Robert Redford, Lions for Lambs, con Tom Cruise e Meryl Streep (sia il regista che Cruise sono giunti a Roma nel pomeriggio), scoppia la polemica dei curatori delle diverse sezioni, Teresa Cavina, Piera Detassis, Gianluca Giannelli, Giorgio Gosetti e Mario Sesti per alcuni articoli usciti sulle defezioni di alcuni personaggi.

“E’ sorprendente che, nel giorno in cui la Festa vede sul proprio Red Carpet personalità come Robert Redford e Tom Cruise, e attende Sean Penn, Terrence Malick, Halle Berry, Ang Lee, Dario e Asia Argento (dopo aver visto sfilare, solo per citarne alcuni, Monica Bellucci, Alain Corneau, Sophia Loren, Shekhar Kapur, Cate Blanchett , Geoffrey Rush, Carlo Mazzacurati, Fabrizio Bentivoglio, Valentina Lodovini, Francis Ford Coppola, Tim Roth, Greta Scacchi, Raul Ruiz, Guido Chiesa, Joel Surnow, Giorgio Colangeli, Valeria Solarino, Sabrina Impacciatore, Chiara Muti, Rolf De Heer, Colin Firth, Jonathan Rhys Meyers, Gavin Hood, Reese Whiterspoon, Jake Gyllenhaal, Francois Girard, Michael Pitt, Julio Medem, Bernardo Bertolucci, Gerard Depardieu, Piera degli Esposti, Dominique Sanda, Nicoletta Romanoff, Giorgio Pasotti, Silvio Soldini, Margherita Buy, Antonio Albanese, Sergei Bodrov, Jane Fonda, Cloris Leachman, Shirley Knight, Franco Battiato, Giulio Brogi, Chiara Conti, Peter Bogdanovich, Robert Davi, Freddie Highmore) la stampa attacchi la nostra manifestazione per mancanza di star, parte delle quali mai annunciate (è il caso di Keira Knightley, Meryl Streep, Benicio Del Toro). L’anno scorso, con la stessa determinazione, la Festa è stata accusata di abusare di una eccessiva presenza dello star system. E’ difficile non cedere alla tentazione di ravvisare un partito preso, non positivo, nei confronti di un festival che, per numero di spettatori, ha già raccolto, a metà del suo programma, un pubblico assai più numeroso di quello dell’anno scorso”.

Come giornalista non commento questo velato attacco alla categoria, che è quella che più di tutti, insieme al pubblico, fa conoscere questo festival, che certamente deve crescere e che ha bisogno del suo tempo. La stampa ha il compito di testimoniare ogni cosa e ognuno è responsabile di quello che scrive, ma generalizzare è sbagliato. Nessuno vuole demolire o sminuire questa rassegna, ma puntare il dito, seppur con un freddo comunicato, questo sì non è tollerabile. Per il momento la Festa del Cinema di Roma ha fatto una bella figura, non roviniamola.

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