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A Palermo tale

A Palermo tale

Le storie di mafia hanno ormai una serie di tipizzazioni stereotipate che raccontano nascita, crescita e declino di una famiglia mafiosa o di un uomo d’onore. Il dolce e l’amaro non fa eccezione: Porporati, già sceneggiatore de La piovra, scrive e dirige un racconto di grande semplicità sulla vita piena di contraddizioni del delinquente piccolo piccolo Saro Scordia.

Come già in Bronx (A Bronx tale, Robert De Niro, 1993), anche Saro ha due padri, il padrino che lo cresce come un figlio e quello di sangue, morto in carcere, che gli consegna la”frase-verità” del titolo:«Nella vita c’è il dolce e c’è anche l’amaro». Una battuta che spingerà Saro a perseguire “il dolce”, quindi a ottenere i privilegi dell’uomo d’onore, sopportando di buon grado “l’amaro”, cioè il carcere, gli omicidi, i tradimenti.
Ma da Il padrino di Coppola fino a Era mio padre (Road to perdition, Sam Mendez, 2002), il figlio putativo è sempre legato al padrino in modo speciale, tanto da suscitare le ire e l’invidia del figlio naturale. Così Saro e Mimmo, amici e quasi fratelli, vivono la contraddizione di un affetto sporcato dalla loro stessa ambizione, che finirà naturalmente per dividerli.

Così, Lo Cascio, come piccolo mafioso che cresce in una piccola storia di uomini normali, sembra incarnare i tanti volti noti del cinema gangster, persino nel rapporto con l’amata Ada: un duetto il loro che non può non ricordare C’era una volta in America (italic]Once Upon a Time in America Sergio Leone, 1984): la scena dello stupro di Deborah da parte di Noodles viene duplicata ne Il dolce e l’amaro, ma Saro riesce a fermarsi prima che la sua rabbia diventi devastazione.
Porporati cerca di salvare dalle fiamme il suo personaggio, ne racconta sì la spietatezza, ma lasciandogli sempre una possibilità di redenzione: così, nello svolgersi delle tappe criminose, il giovane Scordia è sempre accostato alla figura dell’acqua, nella quale si bagna dopo aver incendiato per ripicca un esercizio commericale, o con la quale si lava le mani dopo aver assistito al brutale assassinio di due bambini.
Saro/Lo Cascio non può permettersi di essere un autentico anti eroe, è solo mascherato da cattivo, per poi lasciare che una risata lavi via ogni ombra del passato.

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