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Nella tana del Pornalaio

Hideout lancia il suo fogliettone estivo: un reportage notturno in sette puntate alla scoperta di un’edicola specializzata in pornografia. Prima tappa, naturalmente, il magazzino.

Decine di scaffali di metallo, pacchi di riviste appoggiati ai muri, un piccolo ufficio con una scrivania per il computer e pareti ornate dai calendari delle attrici più in voga (le italiane si chiamano quasi tutte Jessica, le americane Jenna). I Dvd, a un’occhiata sommaria, potrebbero risultare qualche centinaio, forse un migliaio, rigorosamente ordinati per casa di produzione.
Mantenendo un contegno esemplare inizio a passarne in rassegna i titoli. La casistica è varia, si va dall’epica di Jack 36 cm contro Katsumi alla schiettezza di Vacche da mungere, passando per goliardie tipo La cappella dello zio Tom o La vendetta di Cazzwoman.
Mi distraggo un po’, immaginando quanto se la devono spassare i redattori pagati per concepire etichette come La sacralità dell’orgasmo anale e Sperma a catinelle.
«Questo è il magazzino, fatti pure un giro mentre io rifinisco le novità».
Joe (naturalmente si tratta di uno pseudonimo) si posiziona dietro la macchina del cellophane e comincia a prezzare, imballare ed etichettare i prodotti che andremo a portare nei due punti vendita situati in posizioni strategiche a pochi passi dai Bastioni di Porta Venezia, qui nel centro di Milano.

Cappellino con visiera calato sugli occhiali, maglione azzurro e jeans, barba di un paio di giorni; questa notte, lui sarà la mia guida. Joe è il professionista della distribuzione pornografica. L’edicolante specializzato in oscenità. In una parola, il pornalaio.
«Il lavoro non manca. Oltre a fare i turni nei punti vendita mi occupo della gestione del magazzino».
Un compito effettivamente di responsabilità, se è vero che i guadagni delle edicole di proprietà della società per la quale Joe lavora provengono solo in minima parte dalle attività “tradizionali”, mentre le cifre si fanno importanti se si considera lo smercio di materiale osé.
D’altra parte, anche in tempi economicamente bui come quelli attuali, il porno paga bene: il “4° Rapporto sulla Pornografia”, pubblicato dall’Eurispes nel maggio 2005, descrive un’area d’affari di 181 milioni di euro. Indifferente alla recessione, il settore (ovviamente) tira e il trend è positivo: +27,3% dal 1991 al 2004. L’home video, venduto al prezzo medio di 41,97 euro, ha visto il suo mercato passare da 224 a 233 milioni di euro, e i suoi ricavi sembrano destinati a crescere ancora in virtù del passaggio ormai compiuto dallo standard Vhs a quello Dvd.

Un ritratto a tinte pastello, che secondo Joe non tiene conto di alcuni elementi: «In realtà vendiamo a prezzi più bassi di quelli consigliati delle case di produzione, altrimenti non avremmo mercato. E comunque anche noi sentiamo la crisi. Qualche anno fa ce la passavamo meglio». Sorrido e prendo nota: mai sentito in vita mia un commerciante ammettere che gli affari vanno bene.

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