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cultura dell'immagine e della parola

Cannes Lions 2007
Terzo giorno

Sir Bobby CharltonTerza giornata di sole alla Croisette. A questo Festival ci sono talmente tanti eventi in contemporanea, talmente tante cose da seguire che, per farle tutte, necessiterei del dono dell’ubiquità. Ma, purtroppo, non è così, limiti fisici mi impediscono di essere presente a tutto. Per questo cerco di farmi un’idea generale del clima. Di respirare il più possibile l’aria dell’eccitazione, dell’impegno e dell’interesse nei confronti della pubblicità.

Anche lo sport è presente alla manifestazione e questo grazie al seminario del Manchester United, al quale ha preso parte anche Sir Bobby Charlton, ex giocatore e vero e proprio uomo simbolo della squadra. Il calcio è, di natura, uno sport spettacolare e la passione che le persone vi ripongono permette alle squadre di diventare veri e propri brand dell’entertainment. I loro valori sono la giovinezza, il coraggio, l’eccellenza e per il loro marchio vogliono creatività, contenuto e una forte comunità di persone. Con una vena un po’ demagogica, è stato detto che il loro più importante fattore di successo è quello di non essersi mai dimenticati chi sono: un semplice gruppo di persone. Il loro obiettivo è sempre quello di essere al primo posto, il secondo non è sufficiente.

Power Ranger alla premiazioneQuello pubblicitario è un mondo proprio strano, pieno di vestiti neri e lunghi e di personaggi che si presentano sul palco a ricevere il leone d’oro vestiti da Power Rangers. Un mondo che non si prende troppo sul serio. O almeno così vuol far pensare. La cosa che colpisce più di tutte è che, in generale, tutti si sentono un po’ i padroni del mondo. Importanti, riveriti, facenti parte di un’èlite di cui pochi sono titolati a far parte. I creativi snobbano gli account, dicendo che tendono a diventare la brutta copia di un agente immobiliare e gli account, a loro volta, rispondono definendo eccentrico il ruolo dei creativi, cercando di sminuirne il lavoro. Un gioco di ruoli che sembra ancora divertire chi ne prende parte.

Mi chiedo, poi, dove siano gli studenti. Le Università di Comunicazione, che al giorno d’oggi spopolano in tutta Italia, non hanno rappresentanze. Ho incontrato solo due ragazzi dell’Università per Stranieri di Perugia, accreditati e spesati dall’Ateneo per partecipare a quest’evento. Tutti gli altri? Che fine hanno fatto? Non credo che si possa studiare comunicazione senza almeno sapere che cos’è il Festival di Cannes e senza avere la curiosità e la possibilità di poterlo vivere concretamente.

Questo evento riesce a dare uno sguardo più completo, oserei dire mondiale, sull’advertising. E una delle forme che a me piace di più, oggi è stata premiata: l’outdoor. Ho visto premiare lavori splendidi, idee brillanti ed efficaci e molte innovative. Non posso dire lo stesso degli spot. Per quanto ne continui a vedere, quelli che colpiscono la mia attenzione sono veramente pochi. Il livello qualitativo è proprio basso. Noto che lo stile comunicativo non cambia molto da paese a paese. Lo sguardo occidentale sulle cose pervade tutto il mondo della pubblicità, anche dei paesi stranieri. E sembra paradossale, ma funzionano ancora, o meglio, vengono ancora prodotti spot che si basano su archetipi triti e ritriti.

Esposizione Act responsibleSe si parla di automobili, motociclette e alcolici la pubblicità è smaccatamente rivolta al pubblico maschile, a volte cadendo anche nello scurrile e nel volgare. Quando, invece, si parla di profumi e prodotti per la casa ecco che la massaia fa ritorno sui nostri schermi. Stereotipi vecchi di più di mezzo secolo, eppure pare che funzionino sempre. Pare. L’unica categoria che merita qualche parola in più è quella dei messaggi di pubblica sicurezza, ovvero la pubblicità sociale. Risulta essere la categoria più interessante e coinvolgente. Gli effetti usati sono emotivi, sorprendenti, commoventi, ma si ricordano e si distinguono per il valore di ciò che comunicano e per il modo in cui lo fanno.

Anche per questo oggi mi sono avventurata nel mondo della pubblicità sociale, partecipando ad una rappresentazione parallela al Festival aperta anche al pubblico. Cartelloni e video mostravano le campagne sociali più belle di tutto il mondo. Gli argomenti: gli abusi sui bambini e sulle donne, il lavoro minorile, il riscaldamento del globo terrestre e la salvaguardia della natura. La pubblicità, dunque, non è sempre e solo propaganda, ma può essere anche un potente e prezioso veicolo per l’umanità.

Leggi l’articolo del Primo giorno a Cannes
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