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cultura dell'immagine e della parola

Un maggio in piazza

Un maggio in piazza

L’Argentina è paradossalmente una terra ricca e al contempo poverissima, dove la speranza spesso si confonde con la sofferenza.
I sei anni della dittatura di Videla, tra il 1976 e il 1982, sono fra le pagine più buie della storia recente dell’America Latina. Un governo militare oscurantista, migliaia di giovani rapiti alle loro famiglie e ai loro affetti in nome di un potere che si faceva strumento di morte.

Israel Adrián Caetano trasforma in immagini il romanzo autobiografico di Claudio Tamburini, portiere di una squadra della serie B argentina, desaparecido sopravvissuto a un’esperienza che anticipa di oltre venti anni le angherie di Guantanamo.
Come spesso accade, o è accaduto nella storia, le torture dei militari sono finalizzate a estorcere confessioni: di appartenenza a gruppi antigovernativi, di semplice appoggio ai guerriglieri ribelli. Il dolore insopportabile ovviamente genera ammissioni fasulle e crea a sua volta violenza, in una spirale senza fine. Un dramma infinito, dove, pur di sopravvivere, si accusa ingiustamente, dando inizio ad un nuovo tormento ingiustificato, acuito dalla assoluta estraneità di alcuni dei rapiti, che non hanno alcuna possibilità di dimostrare la propria innocenza.

Cronaca di una fuga è un urlo straziante che si innalza per denunciare come la storia, quella peggiore, si ripeta sempre uguale. Immagini cupe, scure, desaturate intrise di violenza fisica e psicologica, ambientate in stanze chiuse dense di ombre, luoghi claustrofobici, scatole nere di memorie inconfessabili.
Caetano racconta una storia drammatica in modo secco e asciutto, non cade in facili pietismi e non disumanizza completamente l’aguzzino a vantaggio dei prigionieri.

Il risultato è un film dal taglio documentaristico, duro e vero proprio perché rappresenta l’umanizzazione del dolore e la cieca follia di chi obbedisce agli ordini, ma affilato e tagliente, vivo e guizzante come un thriller, capace di farci partecipare alle sofferenze di Israel fino al crescendo drammatico finale, culminante con una fuga straordinaria per la sua semplicità.

Cronaca di una fuga è qualcosa di più di un film. La sua voce si fonde quella delle urla di dolore delle donne di Plaza de Mayo, impotenti testimoni della scomparsa di figli, amici, fratelli e amori, per un regime che fortunatamente è caduto nel 1982. Quante altre madri, in tutto il mondo, dovranno urlare così?

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