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cultura dell'immagine e della parola

Flatulenze glaciali

Agenzia: BBH Londra
Direzione creativa: Nick Gill
Creativi: Verity Fenner e Claudia Southgate
Casa di produzione: Stink
Regia: Ben Dawkins
3D Team: Jake Mengers, Jorge Montiel, Duncan McWilliam, Andreas Graichen, Will Broadbent, Ali Dixon, Tony Thorne
Post-produzione: Moving Picture Company

Per dovere di esattezza, prima di cominciare qualsiasi ragionamento, ho ritenuto necessario informarmi: “Peto = s.m., volg. Emissione, più o meno rumorosa, di gas intestinale attraverso l’orifizio anale: tirare, fare un p.” . Vale sempre la pena sapere esattamente di che cosa si sta parlando, in questo caso, all’ordine del giorno, abbiamo: gas, orifizi e chewing gum. Bravo chi riesce a trovare una relazione tra i sostantivi elencati.
Eppure, mai dire mai: in una città d’oltremanica un giorno una persona si sveglia, si prepara, esce e va in ufficio. Sarà il caffè mattutino, o forse la cena impegnativa della sera precedente, fatto sta che, posata la ventiquattrore, il suddetto personaggio si ritira in quel luogo che con un eufemistico francesismo viene chiamato toilette, e si libera da ogni gravoso – seppure aereo – peso interno. Eureka! Sollevato – in tutti i sensi – dalla difficoltà mattutina di avviare il lavoro della giornata, rientra illuminato in ufficio ed esclama: “I’ve got it!”.

Non riesco ad immaginarmi diversamente il concepimento (o forse sarebbe il caso di dire “l’espletamento”) dell’idea creativa per lo spot Air Action Vigorsol ideato dalla agenzia BBH di Londra, il cui concept è riassumibile in: “un rumoroso peto spegne un incendio”. E’ necessario fare due riflessioni. La prima: è opportuno decidersi – una volta per tutte – su quale sia la linea di confine tra l’ umorismo e il pecoreccio. La seconda: la BBH seleziona i propri creativi tra le candidature di brillanti neo-laureati o tra i banchi delle scuole elementari londinesi? Siamo di fronte ad un’idea povera. Così povera che non c’è niente se non dell’aria. Intestinale. Se poi analizzo la relazione “ingoio un chewing gum–esterno gas”, non so voi, ma io, complice un insopprimibile desiderio di socialità, mi ritroverei ad evitare di comprare quel prodotto. Dopotutto, è la stessa ragione per cui si attende di mangiare la succulenta fagiolata cucinata dalla nonna in situazioni di asettica solitudine, o si finge, ad un primo appuntamento, di detestare in modo categorico le bruschette.

Passiamo quindi a riflettere sul fatto che la gomma da masticare è un prodotto senza età, che lo spot è in onda nelle fasce serali e che è travestito da cartoon. Prepariamoci: da oggi in avanti i bambini si sentiranno autorizzati a non ritenere più il bagno, ex tempio di riservatezza, luogo dedicato a questa particolare bisogna. Strade, automobili, aule scolastiche: un immenso, incredibile open space per concerti polisensoriali(!). Non imputerò la BBH di volgarità, mi limiterò a figurarmi la riunione della direzione creativa: tailleur e completi scuri sobbalzanti di ilarità per una scoreggia ben assestata da uno scoiattolo. Il che mi conduce dritto dritto all’ unico capo di accusa possibile: manomissione. La BBH ha manomesso un mio pezzo di infanzia: il ricordo di Cip e Ciop. E così accade che la tenera immagine dello scoiattolo sia oggi distorta in quella di un pompiere petomane.

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