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cultura dell'immagine e della parola

Gnarls Barkley
Gone daddy gone

Gruppo: Gnarls Barkley
Canzone: Gone daddy gone
Album: St. Elsewhere
Regista: Chris Milk
Anno: 2007

Consumo, riciclo, rifiuto

Rintracciare le note della colonna sonora di un vecchio film italiano nel martellante singolo Crazy non era certo cosa da tutti. Qui, invece, il calco del pezzo dei Violet Femme è dichiarato: note consumate, vissute, note riciclate più e più volte dall’originale pezzo blues di Willie Dixon.

Che un artista dalle sembianze umane non sia degno di cantare note da riciclo? Evidentemente no, se i Gnarls Barkley hanno accettato di essere degradati a bavosi insetti depravati. La finzione non dura che pochi istanti: sembra una foresta, dove ancora è possibile inscenare un concerto rock in grande stile, ma no, è pelo di cane. E poi, si finisce a suonare sul tappeto del salotto. Una brutta caduta in basso.

Sgradito e, soprattutto, sporco, l’artista-insetto è un rifiuto, immondizia da combattere a colpi di grattate e aspirapolvere.
Il sogno delle zecche? Quello che sognano tutti gli uomini, un posto caldo dove sistemarsi, meglio se attorno ondeggiano le forme perfette di una bambolina play-boy. Ma è solo un’illusione: più che l’artista-esteta di Oscar Wilde, qui l’artista è un autentico uomo (insetto) medio. Che, come diceva Pasolini, è un mostro. Scoperta l’amara verità, non gli resta che morire in un’ultima visione: parassita-marito da cartolina e amante instancabile stile Tyler Durden. Un’autentica autoironia pop.

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