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cultura dell'immagine e della parola

Bad Trip

Bad Trip

Prodotto a-tipico
Quello di Gianluca Lerici è un lavoro fuori dai consueti canoni del panorama fumettistico nostrano.
Ma si potrebbe tranquillamente dire che esso risulta estraneo a qualsiasi tipo di catalogazione in senso lato, riuscendo a proporre al suo interno una commistione di temi, approcci e stili davvero singolare. Questo risultato è probabilmente frutto della formazione culturale e lavorativa dell’autore, diplomato all’Accademia di scultura di Carrara, incisore, scultore, produttore di T-shirt e deejay. Nonché, ovviamente, autore di fumetti.

Apocalisse
Le diverse vignette che si alternano nel grande formato Mondadori mettono in scena con atmosfere avvelenate un mondo cyber punk ammorbato da una tecnologia malata, da un verbo sclerotico e da un’umanità semi-lobotomizzata. Poco senso e poche speranze di dipanare la matassa di informazioni trasmessa pervadono le tavole.

Pagine intarsiate
La formazione accademica di Lerici si vede molto chiaramente in questo lavoro realizzato sotto lo pseudonimo di Professor Bad Trip: le pagine appaiono, infatti, talmente ricolme di linee, tratteggi e didascalie, peraltro di un colore nero intenso e di uno spessore notevole, da sembrare intarsiate, quasi come se ci si trovasse dinnanzi a un bassorilievo. La scultura, come nelle opere del famoso pittore Rouault, influenza la carta, creando un crossover intermediale tra diversi mezzi d’espressione, per un risultato a dir poco straniante.

Contaminazione
Anche sul piano contenutistico si assiste a una sorta di pout-pourri ideologico. Le avventure dell’almanacco, infatti, si fanno specchio, attraverso l’esposizione visiva degli ambienti e dei protagonisti, ma anche e soprattutto attraverso i testi, del poliedrico bagaglio culturale proprio dell’autore italiano. Attraverso i dialoghi e la parola, così come attraverso il disegno stesso, si intreccia una ragnatela di riferimenti extra testuali, capace di attingere a un pozzo teoricamente infinito di citazioni provenienti dall’universo cyber punk tanto caro ai gusti del disegnatore.

Conclusioni e curiosità
L’opera è confusionaria, caotica e di difficile lettura segnica, sia a livello verbale che iconico. Ed è proprio questa la sua bellezza. Leggendola si rimane inevitabilmente trascinati in un vortice di confusione visiva e mentale, esattamente come era nelle intenzioni dell’autore. Un autore che, come si evince dall’intervista di Luther Blisset contenuta nel volume, aveva come obiettivo quello di far assaggiare lo stile di vita tanto perturbante, che è quello dell’hardcore-punk.

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