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Il meglio del peggio del 2006

Caro 2006,
ormai è quasi un anno che ci conosciamo, e mi sembra che tra noi si sia anche creata una certa confidenza, quindi spero che questa mia letterina di saluto ti sia gradita.
Allora, come ci si sente a pochi giorni dalla pensione? Ti prego, raccontamelo, perché ho il sospetto che quelli della mia generazione questa emozione non la proveranno mai. Sai, è una di quelle cose che a un certo punto scompaiono: il ferro da stiro a carbonella, le figurine dei paninari, le comiche di Benny Hill, la previdenza sociale…
No, dai, non offenderti. Non ti scrivo solo per fomentare futili polemiche. In realtà, ti scrivo per ringraziarti e per rassicurarti sul fatto che noi teledipendenti non ti dimenticheremo. Magari non sei stato l’anno più elegante o quello più divertente, però ci lasci tante cose da ricordare, e per questo meriti un grosso applauso, prima che San Silvestro ti costringa ad abbandonare le scene.
In tuo onore, ho deciso di mettere nero su bianco i motivi per cui resterai a lungo nei nostri cuori.
Sono dodici, uno per ogni mese:

Gennaio: La campagna elettorale sta raggiungendo il culmine. Nell’ambito della fantomatica “Operazione verità”, martedì 24 Berlusconi si presenta al cospetto del temibile Paolo Bonolis, a Il senso della vita. Il premier racconta di essere stato cantante, giocatore di calcio, campione di canottaggio, sciupafemmine, benefattore e figlio modello. Purtroppo l’inflessibile Bonolis lo interrompe con un «Bravo!» prima che possa svelarci che da ragazzo lui era alto.

Febbraio: È il mese delle Olimpiadi Invernali. In particolare, ci innamoriamo tutti del curling, un gioco delizioso che si fa lanciando delle pentole a pressione di granito sul ghiaccio. Lo abbiamo dimenticato in fretta, ma teniamoci pronti: tra una ventina d’anni ci toccherà sicuramente il revival.

Marzo: Per la precisione, lunedì 6 marzo. Lost fa il suo esordio su Rai Due. Il mondo non sarà più lo stesso. Sì, perché a partire da quel fatidico lunedì, ogni singolo aspetto della serie americana diviene argomento di conversazione. E per alcuni di noi non c’è più scampo. Io, ad esempio, ho passato una notte intera in un parcheggio, in compagnia di un batterista heavy-metal che ha voluto a tutti i costi illustrarmi “le discrepanze esistenti tra la caratterizzazione a livello di personaggio di Sahid e l’effettivo addestramento che ogni miliziano iracheno riceve nel suo periodo di formazione”.

Aprile: Ovvero, le elezioni. Il lunedì 10, al momento dello spoglio delle schede, prende il via il più colossale legal-thriller della storia italica. Una trama così intricata e oscura da mettere in ombra lo stesso Lost (con buona pace del mio batterista heavy-metal). A otto mesi di distanza, possiamo serenamente dire di non averci ancora capito nulla. Aspettiamo con ansia la seconda serie.

Maggio: Calciopoli impazza. Domenica 14 compare finalmente sul teleschermo Luciano Moggi. Con la dignità e la tensione drammatica di un personaggio di Eduardo De Filippo, mormora: «Mi hanno rubato l’anima». Qualche mese dopo, si accorgerà che anche senza l’anima si può andare nei salotti televisivi a spargere arroganza. Dettaglio importante: sempre in maggio, si conclude mestamente Campioni – il sogno, su Italia1. Il mondo del calcio capisce che è giunto il tempo dell’autocritica.

Giugno: Il mondo del calcio capisce che è finito il tempo dell’autocritica. Tutti in Germania, ci sono i Mondiali! La finale si terrà in luglio, ma a me piace ricordare soprattutto il mese delle eliminatorie. Perché il vero appassionato è quello che si imbosca nei cessi dell’ufficio per sentire alla radio la cronaca di Polonia – Tunisia.

Luglio: Cultura Moderna, il nuovo programma di Antonio Ricci condotto da Teo Mamuccari, sbanca l’Auditel e si conquista un posto in fascia preserale per i mesi a venire. Un momento televisivo che non dimenticherò mai: anche tra vent’anni, mi basterà guardare le cicatrici sui miei polsi per tornare col pensiero al Gabibbo e alla Marzullina.

Agosto: Tre, semplici parole: “Ciclo Alta Tensione”. Qualunque sia la minaccia (alluvioni, api assassine, terremoti, inspiegabili esplosioni di tostapane), la trama è sempre quella. Ci sono un lui e una lei che si amavano, ma poi si sono lasciati e uno dei due ha abbandonato la città. Dopo molti anni, si profila una catastrofe epocale. Quello/a dei due che se ne era andato torna e salva il figlio di quello/a che era rimasto. Un vecchietto e un uomo di colore, nel frattempo, muoiono. La calamità viene comunque debellata. I protagonisti si sposano.

Settembre: Si conclude Unan1mous, il peggio del peggio di Maria De Filippi. Attenzione: tra qualche anno i poteri forti negheranno che questo programma sia mai andato in onda! La memoria, in questo caso, è un dovere civico.

Ottobre: In Tv titaneggiano Doctor House e il reality La pupa e il secchione. Il primo ha il merito di portare nel linguaggio comune espressioni come “problema di vascolarizzazione”. Il secondo segna l’inizio di un’emergenza sociale. Recentemente mi ha scritto un’insegnante elementare per segnalarmi che le bambine di otto anni fanno apposta a rispondere in modo stupido alle domande delle maestre per sentirsi fighe come le pupe del programma. O tempora, o mores!

[img4]Novembre: A Bracciano Tom Cruise sposa Katie Holmes. L’eroe del giorno è il giornalista televisivo (purtroppo non ricordo il Tg) che pone a un ristoratore braccianese il sommo quesito: «Lei ha inventato il risotto “Tom e Katie”. Da dove ha tratto ispirazione?». L’intervistato, con voce flebile, trova comunque il coraggio di rispondere: «Dal fatto che Tom e Katie si sposano».

Dicembre: Le tradizioni sono innegabilmente tradizioni, e come tali vanno rispettate. Quindi, la notte di Natale si guarda Una poltrona per due. Ormai anche lo speaker di Italia1 è in imbarazzo nell’annunciarlo e cerca di cavarsela con l’ironia: «Che Natale sarebbe senza Una poltrona per due?» (in sottofondo, rumore di unghie che sfregano una lastra di vetro).

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