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XXVI rassegna di cinema africano

L’Africa chiama, Verona risponde. La ventiseiesima edizione della rassegna di cinema africano, svoltasi a Verona dal 17 al 24 novembre, ha ottenuto un’ottima risposta di pubblico. L’offerta di film, ripartita in tre sale della città (K2, Aurora, San Massimo), ha entusiasmato la gente che è accorsa per gustare le proiezioni e partecipare ai cineforum. In sala è stata sempre garantita la presenza di registi e critici che hanno ravvivato il dibattito con le loro osservazioni e i loro commenti. La direttrice del Festival di cinema africano, d’Asia e America latina di Milano, Annamaria Gallone, i critici africani Chikhaoui Tahar (Algeria), Diop Baba (Senegal), Clement Tapsoba (Burkina Faso). Più di dieci film in programma, tra cui quelli di Cheick (L’appel des arènes), Mahamat- Saleh (Daratt), Benhadj (Pane nudo); che hanno presenziato e commentato le loro opere.

Film dall’Africa, sull’Africa, per l’Africa. Lavori mai banali, testimonianze della qualità artistica di un continente troppo spesso ignorato. Un percorso dall’Algeria (Barakat!) al Sudafrica (Il suo nome è Tsotsi), che ha avuto il coraggio di attraversare l’oceano Atlantico per indagare l’Africa emigrata. Due film ambientati in Brasile (Casa de areja) e ad Haiti (On the verge of a fever), per testimoniare che il continente antico vive anche all’estero ed è capace di far crescere la poesia persino nel deserto.

Oltre alle proiezioni la rassegna ha offerto numerose altre iniziative in collaborazione con i missionari comboniani, la Fnac di Verona, l’associazione Pangea e la Comunità dei Giovani. Incontri con le scuole, lezioni all’Università, proiezioni di cortometraggi al Museo Africano.
Gli organizzatori si sono detti molto entusiasti della riuscita dell’evento. Verona ha dimostrato ancora una volta di essere una città attenta al mondo e interessata alla conoscenza e all’incontro con la diversità. I critici Baba Diop e Clement Tapsoba, durante l’ultima serata, hanno lanciato una proposta: creare a Verona un centro che consenta a registi e critici di riunirsi e lavorare insieme per lo stesso obiettivo: la valorizzazione della Madre Africa.

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