Clinic – Harvest
Canzone: Harvest (within you)
Gruppo: Clinic
Regista: James Evans
Anno: 2006
Ogni cosa ha una spiegazione: sempre dopo i due punti
Sono dei fantastici clown americani i Clinic, con i loro giochi di forme innaturali e simboliche. Prestati al povero guardone che ridacchia alle nostre spalle, noi si cerca di cavare un ragno dal buco attraverso le loro improbabili metafore escatologiche.
I Clinic confondono con le loro stupide (ma necessarie) sfide a balli coordinati alla Britney, sfidando con finti stop motion i più improbabili effetti retrò: delineare è peggio che confondere.
Detto questo, il video è affascinante per le immagini surrealiste, e anche se, spesso, si concludono in una risata, ripropongono dei simboli tutt’altro che privi di originalità: il fazzoletto bianco come simbolo del saluto, il frac personificazione conservatrice, la bocca coperta come medici pronti ad operazioni chirurgiche (attraverso la musica, operano internamente nei nostri cervelli decontestualizzando politica, realtà e senso).
E il senso è esattamente quello che preme scardinare attraverso gli oggetti dimensionali, in spazi senza tempo megalitici che richiamano Stonehenge.
E il senso è perso distribuendo simboli ma distillandoli come i fazzoletti e i bastoni nelle loro mani: quei bastoni che dovrebbero disegnare una coreografia evidenziano il poco interesse nell’essere coordinati o le tazze coperte che perdono il loro senso (quello di uso alimentare) per trasformarsi in oggetti cabalistici fonte di magia e illusione.
L’universo prodotto, senza senso visivo, senza aspettative, senza mancanza di ragione, trascende la non verità: il sole che spunta, dopo che la canzone ha fatto il suo corso, dopo che il tempo si è fermato ed è tornato indietro, ha fornito la chiave per andare indietro nel tempo, per scoprire la parte più dura (Harvest) e irrazionale che non si è capaci di svestire. Affidiamoci agli oroscopi, indi a queste visioni. Dopo tutto questo sappiamo già cosa ci aspetta. Altro che oroscopo di Vanity Fair.
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