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cultura dell'immagine e della parola

Roisin Murphy – Sow into you

Cantante: Roisin Murphy
Canzone: Sow into you
Regia: Simon Henwood
Disco: Ruby Blue
Anno: 2005

Non delego ma sono.
Io mi trasformo e mi posiziono davanti, in primo piano scegliendo di mostrarmi completamente.
Lei è immagine, patinata, conquistata perché unica e sola in un ambiente bianco, puro e fecondo che sorregge la sua sembianza innaturale.
Un palco senza luci e senza platea.
Nel ricreare la sua performance Roisin Murphy sfida ogni ingegno virtuale mostrandosi nell’abito di cantante che “guarda dentro di noi”, mostrandosi nuda nel suo voler arrangiarsi “performer”.
La sua figura tuttavia subisce trasformazioni: la virtualità di un palcoscenico altera il ruolo della cantante.
Lei cede al fascino, riduce la sua forma in piccole ingegnosità che mostrano luccicanze e deformazioni musicali, ma non la denotano nel suo essere “prestata visualmente” alla pubblicizzazione della sua Arte.
Come una schizofrenia artistica, imprime nel suo ego musicale, che in principio era spoglio, un mo(n)do che in itinere (durante la ripresa e dopo la conseguente impronta su pellicola) cerca la continua trasformazione.

Gli indizi animaleschi, che raggiungono il climax nella trasformazione in squalo/camaleonte, amplificano il concetto di mutazione difensiva nei confronti dello spettatore che la vede, la riconosce e si accorge della sua alterazione (nascosta in una evoluzione solipsistica). La farfalla, che invece dipinge il suo viso e la trasforma in quadro contemporaneo, è l’ipotetica metafora di un corpo che, nella sua dimensione nuova, sputa fuori la sua esperienza di animale in continua progressione.
La performance degenera in passione.
Io, Roisin Murphy, mi evolvo per voi e per lo spettatore che trasforma in questa visione il proprio sistema percettivo sonoro.

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