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Il ritorno di Tony

Sì, è tornato. E il suo ritorno val bene un articolo.
Squilli di tromba, prego: il cuoco Tony è di nuovo tra noi. Pacioso, sanguigno, incontenibile. Non ci sono dubbi, è sempre lui; l’uomo che ci ha fatto innamorare, colui che con la sola forza dei propri baffi fa fremere i nostri cuori.
L’ho visto su Rete 55, un’emittente locale varesina. Intorno a Natale. Un’emozione che non vi sto a dire. Adesso pubblicizza gli Smart7, che sono sempre degli accessori per cucina ma non so se sono capace di descriverveli. Diciamo che sono più o meno delle teglie, però realizzate con una specie di gomma mistica che resiste a qualsiasi deformazione, sbalzo termico, tortura fisica e psicologica (senza che nessuna pietanza si incolli mai sul fondo). E Tony le accarezza, le vezzeggia, poi le stropiccia e le arriccia, con quelle sue mani che sappiamo capaci di affettare ananas in caduta libera e spellare branzini con rigore chirurgico.
La televendita è stata realizzata nel più classico stile americano: una cucina, il nostro eroe e un’interlocutrice stupefatta di fronte alle mirabilie che escono dal forno, passano sui fornelli e si catapultano nel congelatore. A fare da contorno, una tipica (???) famiglia italiana che in collegamento ci mostra quanta gioia si possa provare cucinando con quegli affari.
Insomma, tutto quello che noi chiediamo al cuoco Tony. Il quale, tra l’altro, in questa occasione si concede ai suoi fan svelando alcune preziose informazioni sulla sua segretissima vita privata.
Lo sapete che il buon cuoco ha dei figli?
Cinque!
E lo sapete quali sono le tre cose che lui reputa più importanti?
La famiglia, gli amici e cucinare cose squisite!
Quest’uomo sta diventando qualcosa di più di un semplice chef da televendita.

Seguite il mio ragionamento.
Immagino che voi, miei cari lettori hideouttiani, siate giovanotti e belle ragazze di età compresa tra i venti e i trent’anni. Dunque, come me, fate parte della prima generazione nata e cresciuta con uno o più televisori stabilmente impiantati in salotto. Ecco, noi siamo i fortunati che hanno assistito al nascere delle mitologie televisive. Ogni fase della nostra vita, se ci pensate, è legata a una serie di programmi che hanno nutrito il nostro immaginario. Provate a tornare con il ricordo all’infanzia, vi sorprenderete a canticchiare: “Holly s’allena, tirando i rigori”. Era l’epoca dei cartoni giapponesi, col loro misto di etica samurai (i duri allenamenti di Mimì o di Tommy, la stella dei Giants) e desiderio preadolescenziale di trasformazione (la bambina che per incanto scopre la propria femminilità e diventa Creamy). Ora fate un breve salto avanti nel tempo, siete adolescenti. Che cosa state facendo? Guardate Willy il principe di Bel Air o Bayside School, scoprite l’altro sesso e le difficoltà del rapporto con i genitori e le istituzioni. D’altra parte, la vostra iniziazione sessuale avverrà poco dopo, sotto le insegne di Beverly Hills 90210.
E così ci apprestiamo a diventare uomini, naturalmente osservando quella splendida messa in scena del vivere sociale che sono i Simpson (dal mio punto di vista, gli unici possibili eredi del Charlie Brown che ha cresciuto i nostri genitori).

Al cuoco Tony, se tutto procede secondo i piani e la saga continua, sarà affidato il compito di scortarci verso la maturità. Forse è presto per dirlo, ma tra qualche anno potremmo avere case nostre, costruirci famiglie e diventare a pieno titolo consumatori (come la società impone). Tony sarà lì con noi, per insegnarci a fare acquisti intelligenti che valorizzino la nostra vita domestica. Forse solo in quel momento lo capiremo fino in fondo.
Sapete che cosa me lo fa pensare? Il sottile filo conduttore che inizio a scorgere tra le sue televendite.
Mentre guardavo questa nuova puntata della sua finora brevissima epopea, [img4]mi rammaricavo del fatto che gli fosse stato cambiato il doppiatore. Sentire che a Tony era stata imposta una nuova voce mi sembrava un tradimento fatto a chi lo ama. Un grossolano errore che rischiava di spezzare la continuità delle sue avventure.
Poi però ho notato un dettaglio ben più importante, che mi ha fatto provare il brivido dell’immenso.
Tony ha estratto da uno Smart 7 un clamoroso arrosto, l’ha messo su un piatto e ha cominciato ad affettarlo magnificandone le doti di bontà e uniforme cottura.
Ho aguzzato la vista.
Riuscite a immaginare che coltello stava usando in quel momento il magico chef? Già… proprio un Miracle Blade.
Tutto torna, amici miei.

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