hideout

cultura dell'immagine e della parola

Storie di vite incompiute

Storie di vite incompiute

Come troppo spesso accade quando viene commercializzata la versione Italiana di un film straniero, l’ultima pellicola di Lasse Hallstrom risente di una infelice trasposizione del titolo dalla versione originale a quella nostrana. Pur riuscendo a dare molto (forse troppo) banalmente un’idea sul contenuto del film, l’espressione, scelta come titolo appare abusata e patinata, al punto che potrebbe essere di per sé sufficiente a scoraggiare la visione della pellicola a chi ne senta solo vagamente parlare.
Molto più potente a livello comunicativo ed esplicativa sul piano dei contenuti, la titolazione originale An unfinished life suggerisce tanto l’idea di una vita “incompiuta” prematuramente spezzata prima di poter affermare pienamente il senso della propria esistenza, e anche l’idea di una vita “non finita” che ha ancora qualcosa da dire e da dare al mondo prima della mortale fine.

An unfinished life, infatti, è un titolo che la dice lunga sulla storia che introduce, incentrata sull’incontro tra due coppie di personaggi: Einer Gylkison (Robert Redford) che, insieme al suo braccio destro e più grande amico, Mitch Bradley (Morgan Freeman), ha vissuto e lavorato per quarant’anni in un ranch nella zona nord-occidentale del Wyoming e Jean Gilkyson (Jennfer Lopez), la nuora di Einer con la figlia di undici anni, Griff (Becca Gardner) che stanno scappando da una situazione di abuso familiare. In particolare, la convivenza sarà resa difficile dal rancore nutrito dall’anziano allevatore nei confronti della nuora, ritenuta responsabile della tragica scomparsa del figlio di lui. In maniera spesso prevedibile, la capacità di perdonare (e di perdonarsi) darà a questi personaggi la forza di superare i propri traumi e riallacciare i legami affettivi, ricomponendo in questo modo il quadro familiare.
Non è difficile attribuire all’ambientazione del film un ruolo fondamentale: le campagne dell’America nord occidentale, le cittadine di provincia (permeate di un fascino squisitamente western), le foreste di conifere che ammantano impervie montagne di roccia, contribuiscono a creare un’atmosfera suggestiva e nostalgica, dove la natura, che ancora non è stata eclissata dalla tecnologia e dalla modernità, sta però iniziando a cedervi il passo; così, mentre i cittadini della contea si confrontano loro malgrado con autostrade rumorose e stampanti laser, l’orso, emblema di una natura incontaminata, viene catturato ed esposto allo zoo cittadino non appena sconfina dalla foresta dove ha sempre vissuto. Menzione a parte merita il ranch del protagonista che, trascurato e lasciato andare in rovina, sembra essere una vera e propria proiezione del suo burbero proprietario.

An unfinished life è una storia pulita e piacevole. Apprezzabile sul piano visivo e scandita da un ritmo accattivante, grazie soprattutto all’inserimento di elementi di suspence e thrilling, decisamente insoliti in un film drammatico. Se questo non dovesse essere sufficiente, basti sapere che l’interpretazione e il carisma di due attori quali Robert Redford e Morgan Freeman valgono da soli il prezzo del biglietto.

Filmografia
Il vento del perdono (2005)
• The Shipping News – Ombre dal profondo (2001)
• Chocolat (2000)
• Le regole della casa del sidro (1999)
• Qualcosa di cui… sparlare (1995)
• Buon compleanno Mr. Grape (1993)
• Ancora una volta (1991)
• More About the Children of Noisy Village (1987)
• The Children of Noisy Village (1986)
• La mia vita a quattro zampe (1985)
• Happy We (1983)
• The Rooster (1981)
• Father to Be (1979)
• Abba spettacolo (1977)
• A Guy and a Gal (1975)

Non c'è ancora nessun commento.

Lascia un commento!

«

»