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Venezia: Giorno 2 – Ang Lee e Kitano

Takeshi KitanoPremessa. Scrivo questo pezzo subito dopo aver visto Takeshis’, la nuova, attesa pellicola di Takeshi Kitano. Un’esperienza piuttosto che un film. Lo stesso regista, presentandola, ha chiesto di guardarla interrompendo ogni attività celebrale e di vederla almeno un paio volte prima di iniziare ad analizzarlo. Contravvenendo quindi alle indicazioni di Beat Takeshi, provo a uscire dal paradossale mondo del suo film e a trarne qualche conclusione.

Ma procedo un passo alla volta. Il primo film in concorso della giornata è infatti Brokeback mountain di Ang Lee. L’applauso a fine pellicola è il più fragoroso tra quelli ascoltati finora, e in effetti il film non delude. Il regista di Taiwan racconta la vita di due giovani cowboy, due uomini duri, che si scoprono innamorati l’uno dell’altro. Si sposano, hanno figli, ma non possono dimenticarsi. Brokeback mountain è forse troppo prolisso (caratteristica comune a quasi tutti i film in concorso) e nella prima parte a volte si perde in dialoghi ripetitivi, ma sa riprendersi decisamente nella seconda ora, divenendo uno struggente dramma sull’amore omosessuale. Sorprendente l’interpretazione di Heath Ledger, che forse finalmente potrà ambire a qualche premio che non sia un Teen Choice Award.

Ed eccoci a Kitano. Il film non è annunciato, e nel programma appare come “film a sorpresa”. Dalle voci si intuisce quale sorpresa possa essere e infatti, alla prima didascalia che annuncia il suo nome, l’applauso in sala parte spontaneo. Già dal titolo posso immaginare quanto si sia divertito il quasi sessantenne regista di Tokio a girare questa pellicola. La trama non è semplice da riepilogare, ma in sintesi un fan, sosia di Takeshi Kitano, inizia a credersi il suo idolo e fa della sua vita un film d’azione, sempre con la pistola in mano. Kitano gioca con se stesso, prendendo in giro i suoi personaggi, autocitando tutta la propria produzione, da Mai dire Banzai a Sonatine, esagerando in ogni senso, dalla comicità alla violenza. Ai suoi personaggi non interessa la vita o la morte, esistono in quanto tali e continuano ad andare e venire, morire e risorgere sempre uguali a se stessi. Un film sperimentale, per il quale lo stesso Kitano ha trovato difficoltà a trovare una produzione. Un film che probabilmente non vincerà il Leone d’oro ma che senza dubbio lascerà il segno in questa Mostra del cinema.

Dopo il travolgente Takeshis’, anche oggi a Venezia si respira aria orientale. È la volta infatti di Simpathy for Lady Vengeance di Park Chan-wook, che sarà seguito dal francese Les amants réguliers di Philippe Garrel.

Film in concorso

Brokeback mountain
di Ang Lee
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Takeshis’
di Takeshi Kitano
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