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cultura dell'immagine e della parola

Aphex Twin – Come to Daddy

IV. Comandamento
«Onora il padre e la madre»

Artista: Aphex Twin
Brano: Come to Daddy
Regia: Chris Cunningham
Anno: 1997

L’autunno del ’97 prometteva grandi cose per la musica elettronica. Come uno spurgo creativo dai bassifondi delle grandi city nordeuropee e statunitensi, portò la musica alternativa a una fugace ma intensa gloria.
Era l’anno di Candle in the Wind, ma era anche l’anno di massima fama per gruppi del calibro di Chemical Brothers, the Prodigy, Underworld, Daft Punk e Orbital. Era l’anno furioso delle pruriginose Spice Girls e degli insopportabili Backstreet Boys, ma fu anche l’anno di “Daddy“.

In America, MTV infilò il video di Chris Cunningham nella sua programmazione diurna, grazie al successo raggiunto col programma 12 Angry Viewers. Oggi sarebbe impossibile gustarsi un videoclip di questo calibro prima della mezzanotte, ma questo è un altro discorso… A ora di pranzo, gli spettatori videro le loro case invase da un piccolo manipolo di bambini barbuti e ghignanti. Con le spranghe alla mano demolivano soggiorno, cucina e bagno per poi mettere in tilt gli elettrodomestici come un’orda di Gremlins usciti da un film di Joe Dante.

Era strano: fu uno shock, lo avvertimmo come tale, ma non lo rifiutavamo davvero. Insomma, a tavola si continuava a mangiare, tra Come to Daddy e un morto ammazzato annunciato dall’altra parte dell’Adriatico. Infondo facevano ridere (non era chiaro fino a che punto, ma qui sta il bello del sarcasmo) quelle bestioline e quella splendida trovata (commerciale) di chi usa la propria faccia come logo e di chi riesce con una mossa da abile copywriter a piazzarti l’effetto dove meno te l’aspetti. Questo fu il tocco di Chris (con una lunga esperienza di regista pubblicitario alle spalle) e di Richard: sfruttare un effetto multiplo di spiazzamento, come una cascata di tavolette ghiacciate di domino sulla nostra pancia nuda.

A inizio video, con le carrellate sugli angoli umidi della periferia, ti aspettavi una banda di drughi alla Clockwork Orange, pronti a fare a fettine la vecchia e il suo improbabile pitbull. Poi invece scopri degli omuncoli infoiati. Allora pensi alle bestiacce di The Brood (id., David Cronenberg, 1979) o a una compagnia di nani psicolabili uscita da un ospedale psichiatrico. Invece no, fregati un’altra volta: sono bambini, di quattro o cinque anni, ma hanno la faccia di Richard D. James (Aphex Twin) e sono comandati a distanza da una trasmissione diabolica che sibila elettriche minacce: «I want your soul! I will eat your soul!» La presa per i fondelli è smaccata. Ci fa anche sorridere. Ma proprio in quell’istante, quando ci aspettiamo la tagliente battuta finale, in tipico spirito british, ci troviamo di fronte all’incarnazione del terrore, a mister Daddy in carne, ossa e onde elettromagnetiche. Alla fusione delle paure esalate dalla muscolatura spaventosa del primo Terminator-Schwarzenegger (oggi gubernator) e dagli spasmi erotici sullo schermo di Videodrone (id., David Cronenberg, 1983). Dal televisore usciva il feto sgocciolante della paura e guarda caso andava a sbranare con i suoi sibili disturbanti una tenera casalinga che (diamine) se ci fosse ancora oggi voterebbe per quella signora tutto d’un pezzo… Di ferro, come si chiamava? Tatcher? Sì lei! Lei avrebbe levato tutti quei ceffi dalla strada e ci avrebbe rimboccato le coperte davanti al televisore, durante la puntata del Bingo, perchè dalla tv non escono divoratori d’anime, solo tipi con la faccia rassicurante di Amadeus… Ma accidenti come assomiglia ad Aphex Twin! Non saranno la stessa persona?
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Così gli ominini si sedevano a tavola, con papà e mamma tranquilli a lavorare di forchetta nei piatti, mentre mio fratello Davide urlava: «Cazzo! Adesso però cambia canale!»
Ma non c’era verso. Nè mio padre, nè mia madre si azzardavano a premere sul telecomando per fare zapping tra i tg e poi dare un occhio a Sgarbi quotidiani. E allora, massimo rispetto per le scelte dei genitori nei nostri confronti, verso la nostra educazione, alla quale loro tenevano molto. Per la loro saggia decisione di guardare (e fare guardare) una dose di rappresentazione ironica delle malattie post-moderne, che estremizzava una paranoia, oggi sempre più vicina a quella solo rappresentata nel video, oggi onoro quella scelta di mamma e di Daddy, sì soprattutto di lui, di Daddy.

Il decalogo di Chris

I. Frozen
II. Second Bad Vilbel
III. Come on My Selector
IV. Come to Daddy
V. Only You
VI. All is Full of Love
VII. Afrika Shox
VIII. The Next Big Thing
IX. Flex
X. Windowlicker

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