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cultura dell'immagine e della parola

Tarantismi Audiobullys – Marquez

Artista: Audio Bullys – Carolina Marquez
Brani: Shot you downThe killer’s song
Regia: Jonas Odell (Shot you down) – Martin Corlazzoli (The killer’s song)
Anno: 2005

«Remember when we used to play?»
Shot you down
Simmetria e tecnologia, giochi visivi primitivi che si ripetono potenzialmente all’infinito. Escono dal centro bocche e schermi televisivi, uomini bomba, areografie pop, mostri assemblati che diventano corpi mostruosi. E suonano, e cantano e ripetono ossessivamente, battono sulla tribalità della musica elettronica.
L’incubo nasce da un’esplosione e da uno schermo televisivo deserto, dove il corpo e la voce della Sinatra si materializzano insieme a messaggi ridondanti di altre esplosioni e di scritte sovraimpresse. Luogo senza luogo, immagini di un ipertesto multimediale più simile alle pagine della Rete che ai canali della televisione . Le bombe camminano tra noi e gli uomini sono messi tra virgolette: il colpo di pistola è vero e fa deflagrare immagini e suoni, scompone il corpo dell’uomo e quello delle macchine per fonderli insieme; quell’esplosione cantata diventa immagine tangibile, fuoco, arma carica, come un link ciccato che porta a un’altra pagina, un altro mondo. E l’immagine di Nancy Sinatra diventa una nuova icona divina, come quelle ripetute da Andy Warhol; luccicante e fucsia, sospesa in un improbabile buio, angelo a suo modo, si trasforma in parte identica a se stessa: quando il disco “salta”, salta anche la sua immagine moltiplicandosi e facendosi oggetto. Vera e propria scintilla che fa esplodere schermi e schemi.

«I love the killer’s song»
The killer’s song
Giallo e nero da subito per chiarire il gioco che si sta per consumare con il film Kill Bill: DJ e cantante nelle vesti da ape di Uma Turman, per lasciare poi spazio ad alcuni degli 88, questa volta danzerini e non folli, che mescolano combattimento e coreografia in uno spazio indistinto. E il fischio di Elle Driver anticipa l’ingresso di alcune guerriere in un ridotto kimono e con catena tra le mani. Combattimento e danza confusi insieme sotto un ritmo martellante, appena allentato da soffusi ralenti, seducenti e lisci. E quando il ritmo sale e il combattimento si accendo Carolina-The Bride fa suo il fischio dell’assassino, si lascia guardare e lascia agli altri lo scontro fisico, fino a che l’ultimo corpo-a-corpo non lascia tutti quanti a terra, morti.
E il killer se ne va sui suoi alti, sensuali tacchi a spillo.

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