Motore… Azione!

La complessità della narrazione negli scritti di Dick, che descrivono ormai, in modo sempre più impressionante, un mondo che si sta concretizzando sotto i nostri occhi, è indubbia, ed è forse per questo motivo che, nonostante lo scrittore sia stato così prolifico, pochi si sono arrischiati sulla via dell’adattamento cinematografico di questi ultimi. Dopo Blade Runner (Blade Runner, Ridley Scott, 1985); in effetti, la strada percorsa nell’adattare i suoi racconti è sempre stata quella della fantascienza pura e dell’azione, si vedano Atto di forza (Total recall P. Verhoeven Usa 1990) e il recente Minority Report (Minority Report, Steven Spielberg, 2002). Nel caso di Paychek la complessa trama è ridotta all’osso, scarnificata, spiegata in due parole da un personaggio, un agente dell’F.B.I., nel caso lo spettatore si fosse perso da qualche parte e non riuscisse a mettere insieme i pezzi… Questo spettatore ipotetico di certo non ha mai incontrato Dick prima. In ogni caso si capisce subito che John Woo non ha nessun interesse a ricostruire il mondo e l’immaginario di Dick, prende molto a prestito le atmosfere di Minority Report e, depurata la trama, si concentra su ciò che sa fare meglio: due personaggi, uno di fronte all’altro, che si puntano reciprocamente la pistola alla testa, fughe con un treno alle costole, inseguimenti in moto.
I personaggi si prendono in giro: Uma Thurman, teoricamente un’affascinante biologa, richiama palesemente la sua interpretazione di Poison Ivy in Batman Forever (Batman Forever, Joel Shumacher, 1995) e Ben Affleck, teoricamente un ingegnere cervellone, ha l’abilità e i riflessi di Jackie Chan e uno “charm” a metà tra quello di James Bond e quello di Indiana Jones. Ma, sembra dirci John Woo, va bene così, in fondo lui stesso si prende allegramente in giro, non cercando di camuffare tutte queste cose, ma enfatizzandole, strizzando l’occhio, mai drammatizzando eccessivamente le situazioni, oppure sdrammatizzandole immediatamente dopo con una battuta, con una situazione paradossale. Insomma, questo è sicuramente un action movie ben riuscito: non un attimo di noia, personaggi stereotipati, ma simpatici… tanto divertimento, ma poco Philip K. Dick.
A cura di Claudia Triolo
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