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cultura dell'immagine e della parola

Erotismo e pornografia nel videoclip

Ti voglio perchè sento di non averti, perchè non vedo cosa c’è sotto la tua stretta scollatura…

Non vedo quindi desidero.

Il senso più usato da tutti noi è la vista. Se non guardiamo, solitamente dormiamo, meditiamo, oppure qualcuno ci ha infilato due spilli negli occhi e ci ha accecato.

Guardiamo.

Di fronte allo schermo possiamo diventare soggetti attivi, in grado di identificarci o separarci da ciò che osserviamo, in un gioco continuo di relazioni tra io-soggetto e l’immagine che è più di un semplice insieme di stimoli. Oppure restiamo dei semplici assimilatori di fotogrammi, semplici guardoni morbosi che si limitano a filtrare dalle immagini gli stimoli più facili e immediati. In questo caso l’osservazione nasce e muore nello stesso istante in cui si realizza. Si ferma sul primo gradino della scala di significati che potrebbe raggiungere e approfondire. Senza astrazione.

Io vedo un’immagine e desidero guardarla ancora perchè è bella, perchè mi eccita o mi incanta e anch’io voglio essere così“.

Scatta dentro di me un meccanismo di competizione, d’idealizzazione ma anche di allontanamento e di frustrazione. Davanti a me trovo una semplice icona che è “tutto-visto”, un’immagine trasparente attraverso la quale vedo tutto. Un video porno che non fa altro che rappresentare sè stesso, che di sè fa un feticcio, all’infinito fino a diventare normalità, automatismo, ripetizione senza storia e arricchimento. Una droga, consumo all’ennesima potenza. Internet – download – videoporno – sega – panino – studio – internet – download… e così via a loop infinito. Un tentativo di rappresentazione scientifica, nuda, cruda (e fallimentare) dell’atto fisico della copulazione, blow job, fucking, tit-fucking (variazione sul tema); anal, cumshot e ulteriori inventive del regista a rimescolare gli elementi e scovare l’ultima perversione da mettere sotto il microscopio ad una risoluzione 1024×728.
La pornografia non ha alcun limite, solo la fantasia, non ha nemmeno regole, per questo sembra anche meno pericolosa, circoscritta e temuta della semplice sessualità.
La pornografia fa del corpo dell’altro un oggetto del proprio desiderio, da allontanare ad atto terminato, senza reciprocità, senza aperture e condivisioni. Ciò che importa è solo il mio desiderio, l’altro diventa alieno e la soggettività scompare. Paure soprattutto femminili che fanno male al corpo e all’essenza della donna, come nel film In the cut.

L’erotismo invece si muove entro i suoi confini già delimitati, e fa più paura, nell’epoca del porno, perchè ripropone infinite variazioni sul tema, perchè attraversa la sessualità, quella che oggi spaventa e che trascende il semplice atto meccanico della scopata, comprende i sensi, li amplifica e li confonde fino a farci credere di non essere più gli stessi. Coinvolge l’innamoramento e la conoscenza dell’altro e di noi stessi: “kiss me u like me“, è il ritornello nella canzone Twist dei Goldfrapp.

Dalla musica e le parole alle immagini. Nel videoclip Twist, incontriamo un buon esempio di sublimazione della sessualità: l’esaltazione della sensualità femminile che riesce a non invadere mai la linea di confine che dà alla pornografia.
Nessuno è capace di sfuggire ai suoi effetti quando questa si manifesta, la sensualità è la suprema espressione della femminilità. Purtroppo la TV ed altri media la costringono ad un processo di mercificazione e inaridimento. La sensualità diventa erotismo, erotismo diventa sinonimo di sesso e pornografia. Il corpo femminile subisce un sezionamento: bocca, lingua, seno, sedere, schiena, gambe, acquisiscono autonomia esistenziale e sono venduti singolarmente e a basso prezzo a inconsapevoli feticisti chiamati “target”. Questi sono solo alcuni dei milioni di spot studiati a tavolino per far leva sui nostri apparati genitali.
Ma giovani ed intraprendenti pubblicitari, o meglio “creatori di immagini”, hanno trovato posto anche nelle case discografiche utilizzando “corpi” per vendere “suoni”. Ecco infatti cosa ritroviamo nella produzione “erotico”-musicale degli ultimi mesi: Satisfaction, video di un pezzo dance apprezzatissimo dai fans del genere che vede 4 ragazze madide di sudore, scollate e rigorosamente siliconate, vibrare sotto i colpi di rinculo del martello pneumatico armeggiato da ognuna di loro; Britney Spears tra ansiti e gridolini di piacere che mostra l’ombelico avvisandoci tra un “I’m slave for you” e altre frasi molto ammiccanti che: “I’m still virgin“… interessante; Christina Aguilera che nell’ultimo video Can’t hold us down, masturba un tubo dell’acqua lavandosi compiaciuta; Kylie Minogue nel video Slow, sotto gli zoom di una macchina da presa che dirige un’orchestra di corpi giovani e perfetti sdraiati nei pressi di una piscina, sincronizzati nel movimento di arti ed anche con l’ansimare della cantante.

Poi c’è una new entry, Alison Goldfrapp, ultimo arrivo tra le star del sexual-healing musicale. Completamente rivista rispetto all’album precedente, nella forma, nella musica e nelle scelte visive dei suoi ultimi videoclip. Con Twist, nuovo singolo dall’album Black Cherry, sull’onda del revival di ritmi elettronici anni ’80, l’aspetto di Alison è cambiato, è quello di una giovane lolita dagli occhi finto ingenui, bocca e acconciatura rossi rubino, mutandine chiuse da lacci di raso, pizzi, veli, fiocchi, calze a righe, collarino sadomaso e decoltè luccicanti alla Jessica Rabbit. L’atmosfera, rosso-psichedelica è costruita all’interno di un dimensione sessuale odorosa, calda, quasi soffocante. In Twist, animazione [img4]digitale e lungo piano sequenza circolare chiuso, s’intraprende un viaggio ginecologico all’interno di night club, sale sadomaso, trachee, prati di tulipani, esofaghi di serpenti, mele croccanti, underground, luna park, ambientazioni circensi e immaginifiche degne di Alice nel paese delle meraviglie. Ma c’è una sottile linea rossa che lega il video con la conturbante sensualità di Alison, che ci porta dritti dentro di lei. E’ il binario lungo il quale scorre la nostra giostra e sul quale viaggia un doppio schermo montato su vagone. Dal video spunta il viso sensuale della cantante e ci accompagna nel suo immaginario, nel suo corpo e nelle sue labbra.
Un prodotto che spicca e luccica di rosso erotismo all’interno di un media, la TV, divenuto ormai anerotico per definizione.

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