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cultura dell'immagine e della parola

Specchio specchio delle mie brame…

Specchio specchio delle mie brame…

Il protagonista è sicuramente lui, George Clooney. Soderbergh aveva già fatto un’operazione simile per Jiulia Roberts, facendo di Erin Brockovich (e l’oscar è una conferma) una delle sue pellicole meno convincenti. Ed ora si replica con il bel George.

L’amore, la vita, la morte. Chi siamo veramente, da dove veniamo? Esiste Dio? George/Chris è pronto a giurare di no. Viene mandato a salvare la spedizione su Solaris, uno psicologo che conosce la mente umana, uno psicologo del futuro che viaggia nello spazio su una navicella chiamata Athena. La conoscenza dell’uomo può tutto. Eppure, proprio i sapienti scienziati su Prometeo scoprono il sacro fuoco degli dei, vogliono rubare la magia di Solaris, e Solaris ruba loro l’anima.

Tutto regolare, dunque: la base spaziale è fredda e lucente, di metallo pulito, rigido, come una mente gelata, rimasta senza calore per molto tempo; Solaris è il colore caldo che le manca, l’abbraccio morbido, blu, rosso, come un magma dove poter rinascere. E la mente di Chris che ricorda ha gli stessi colori di Solaris: nel sonno, i sogni si confondono con la realtà e non si sa più da quale parte stare. Morte o vita? Ricordo morto o memoria resuscitata?

Soderbergh non si impegna a dare risposte, perché l’interesse del cinema di oggi sta nella via di mezzo, nelle strade percorribili in due sensi, nella convivenza degli opposti. Al contrario, si impegna a scoprire la concretezza dei corpi, che morti o vivi sono la stessa cosa. Ed è divertente vedere un corpo maschile nudo che copre dietro di se la donna, nuda anch’essa. Forse un po’ meno divertente scoprire che il regista ha concentrato i rari momenti di passione cinematografica quasi tutti nelle scene di nudo del bel George.

Ma Soderbergh è regista superficiale per eccellenza: ama la materia, le cose, i colori, i mezzi del montaggio, i corpi resi lucidi, bellissimi e impossibili dal mestiere del cinema. E per questo Solaris rimane fermo, non si muove. E’ rigido e senza passione. Come i protagonisti non vogliono scoprire un nuovo pianeta ma vedere dentro se stessi, così Solaris è uno specchio dove Clooney si riflette.

Il film è per lui e a noi non resta che osservare le superfici.

Curiosità : nel 2000 Soderbergh e Clooney hanno fondato la casa di produzione Section Eight, associata alla Warner Bros. Tra gli altri, hanno prodotto anche Confessioni di una mente pericolosa, che vede Clooney al suo debutto registico.

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