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cultura dell'immagine e della parola

Io cerco Euridice senza nome

Io cerco Euridice senza nome

Non riesco a dormire stanotte.
Stanotte, penso a lei, mia bambina innocente. Dove sei?
Questo letto è troppo leggero per le mie braccia pesanti. Le infilo dentro i cuscini e dico dove sei? Ti stanno violentando martoriando portandoti verso spazi che non conosci? Abbraccio il cuscino e abbraccerò te e riempirò le tue lacrime di fiabe.
Sono Claudia. Dove sei?
Angela è morta.
Telefono.
Pronto:”mamma,vieni a prendermi”.
Dove sei? Perché mi fanno questo? Sette sataniche? il solito poliziotto che mi aiuta e si licenzia, il solito gioco di suspense nel quale non voglio entrare. Non sono un’attrice, non voglio entrare sola in una casa abbandonata, non lo farebbe nessuno. Non chiederò ad un filologo di scoprire l’origine dei libri che ho trovato. Non sentirò i respiri vicino a me così spaventosi da sciogliermi in ogni scandito secondo.
Invece farò tutto.
Citerò Rosemary’s Baby e chiederò consiglio ad un mio amico, già morto.
Andrò a parlare con uno psicopatico dalla pelle rovinata che sa tutto di me anche se chiuso dentro il suo specchio carcerario.
Troverò cadaveri dentro la mia casa. Mi scriveranno sul muro parole di sangue con del sangue. Il vero sangue.
Da dove arriva il male? Dove si origina il male? Ci sarà la fine del dolore?
Prenderò un periodo di pausa dal lavoro.
Scoprirò che, come Amenabar mi ha insegnato, l’origine è nelle cose che stanno intorno a te. Mi farà scoprire con le sue TESI che il sublime è talmente dentro le nostre facce che ci dovremmo vergognare nel guardarci allo specchio.
Mi fermo davanti alla televisione, e interrompendo il filmino di mia figlia (da bambina, sulla spiaggia); guarderò prima La Donna Che Visse Due Volte e spererò che Hitchcock abbia avuto ragione: il passaggio attraverso le tenebre porta alla luce. Mi insegnerà a scappare dalla mia razionalità, scappare da quello che ho davanti per cercare la mia Kim Novak, nera di capelli, ma viva.
E invece tutto sarà inutile. Il povero signor Norman nasconderà l’albergo Nameless a sue spese, ammazzerà gli spiriti del proprio dolore e diventerà un’altra persona.
Io sono un’altra persona, non ho trovato Euridice ma mia figlia.
Ma sono un’altra persona.
Dove sei? Dov’eri?
Io sono scomparsa, io sono vero sangue ed io ho scoperto di non aver mai provato un dolore simile. Ma anche un’orrenda gioia.

Nameless ha vinto numerosi premi tra cui il premio speciale della giuria al Gerardmer Int’l Fantasy Film Festival.

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