hideout

cultura dell'immagine e della parola

Viaggi su carta I

Introduzione

Un viaggio su carta è un’avventura che comincia in libreria, cercando un libro che il più possibile possa attrarre il nostro interesse. Questa continua a casa, in tram, a scuola, in ufficio o dovunque si possa trovare un ritaglio di tempo per poter correre di pagina in pagina fino a giungere alla parola fine. Tale parola però può dare al lettore anche un leggero senso di disagio, poiché ora non ha più niente da leggere, niente che possa occupare i suoi tempi morti e i suoi sogni. Per questo è importante sapersi muovere con sicumera all’interno del labirinto bibliografico che abbiamo oggi, di modo che le nostre attese siano sempre soddisfatte. Così che il viaggio possa concludersi al di là delle pagine di un unico libro, che possa perpetrarsi leggermente, senza grandi sbalzi, sulle ali della letteratura.

In questa prima tappa del viaggio ho deciso di interessarmi al romanzo storico. Secondo la definizione tratta dalla guida, il romanzo storico postmoderno o romanzo neo-storico è: “Un romanzo che riunisce i più diversi generi, dal giallo al fantasy, dal romanzo d’amore a quello psicologico e di formazione, il tutto immerso in una cornice storica predominante. E’ introdotto in Italia da Umberto Eco con ‘Il Nome della Rosa’…”. Mi fermo un attimo dal leggere e ci penso un po’ su. Il titolo di questo libro non mi suona per niente nuovo; mi pare di averlo già visitato qualche anno fa. Mi ero trovato in un monastero del Monferrato (neanche tanto lontano da casa) a fianco di Guglielmo da Baskerville e Adso da Melk, giovane novizio ed aiutante di questo francescano improvvisato Holmes del XIV secolo. Questi, passando per congiure politiche, discussioni filosofiche, visioni apocalittiche, iniziazioni sessuali e soprattutto una labirintica biblioteca (Finis Africae?) riescono a scoprire il misterioso assassino che sta spargendo il panico nel convento. Tutto ciò inserito in una grande cornice storica dove mi era stato permesso di conoscere Ubertino da Casale ed il grande inquisitore Bernardo Gui. Sette giorni di viaggio su carta veramente entusiasmanti. Insomma, una vera full immersion di miti medievali e paraletteratura, tutto questo per sole 10000 £ (bei tempi). Diciamo che il biglietto da visita è veramente interessante, quindi non mi rimane che comprare il pacco e prepararmi per questo mese di viaggio.

Sostiene Pereira. Una testimonianza; Tabucchi Antonio; Feltrinelli; Euro 13,94

Il mio viaggio comincia nel Portogallo degli anni ’30 di questo secolo. Sullo sfondo la dittatura salazarista in casa e la guerra civile spagnola alle porte. Subito mi trovo ad incontrare un simpatico vecchietto decisamente sovrappeso che sbarca il lunario dirigendo la pagina culturale di un giornale del pomeriggio chiamato Lisboa, sostiene. Sostiene Pereira (cioè il vecchietto) che la sua più grande preoccupazione in quel momento sia la resurrezione della carne. Nel torrido agosto di Lisbona ha quindi letto l’articolo di un giovane, tale Monteiro Rossi, che parla per l’appunto della morte nei suoi risvolti filosofici più profondi. Lo chiama, anche perché, sostiene, forse si sente un po’ solo. Infatti le sue uniche conversazioni in quel momento le tiene con il ritratto della moglie, morta oramai da anni, e con il suo confessore, che però ultimamente sembra troppo occupato per lui. Si, questo perché il suo direttore si occupa troppo di politica (dalla parte di Salazar naturalmente); e la portiera dello stabile in cui lavora è una confidente della polizia. Sostiene Pereira che Monteiro Rossi ha una ragazza molto carina, Marta, e che anche lei si interessa di politica (dalla parte opposta rispetto al direttore, naturalmente) e ritiene che ciò sia molto pericoloso, anche si occupa solo di cultura. Il ragazzo comincia a lavorare per lui, scrivendo coccodrilli (articoli d’elogio funebre fatti in anticipo) per grandi scrittori. Sostiene comunque Pereira che, benché stipendiato, il giovane produca articoli impubblicabili, perché troppo politicizzati. Poi lui vorrebbe articoli di grandi scrittori cattolici (Bernanos e Muriac) e non di Martinetti e Majakovskij. Sostiene che in questo periodo sarà costretto ad allontanarsi da Lisbona per recarsi in una clinica talassoterapica, un luogo dove si curano le malattie con dieta e bagni d’alghe. Conoscerà qui il dottor Cardoso, giovane medico-filosofo particolarmente brillante in cui Pereira, sostiene, troverà un interessante compagno di conversazione. Questo lo informerà sulle nuove teorie medico filosofiche (la congregazione delle anime) e sulla reale situazione del paese sotto Salazar, invitandolo a fare qualcosa per il Portogallo visto il suo ruolo di intellettuale. Seguo ancora Pereira che torna a Lisbona con l’animo profondamente turbato, e scopro insieme a lui che Monteiro Rossi è andato a reclutare gente per andare a combattere in Spagna. La cosa è molto pericolosa, sostiene Pereira, perché se lo sapesse la polizia potrebbe arrestarlo. Io però debbo andare vanti, decido quindi di lasciare Pereira a sbrogliare la faccenda (e a concludere il libro) e decido di continuare il mio viaggio oltre confine.

Guernica; Lucarelli Carlo; Einaudi Tascabili; Euro7,23

Arrivo quindi a Teruel, nella comunidad Valenciana, luogo in cui furoreggia la guerra civile che spacca in due (se non addirittura in tre) la Spagna. Più che di guerra civile però si può parlare di “palestra bellica mondiale” visto che a fianco degli spagnoli si schierano da una parte e dall’altra libertari e fascisti di tutte le nazioni. E’ proprio un italiano, un fascista, ma solo di nome, che mi condurrà lungo questa tappa del mio viaggio. Si chiama Filippo Stella, e si trova di fronte ad un raffazzonato tribunale militare accusato di essere una spia dei comunisti. Che poi per carità, ha fatto doppio gioco anche per loro, insomma non è che sia ideologicamente pericoloso, solo che come tanti cerca di guadagnarci il più possibile da una guerra. Per questo il tribunale gli offre una possibilità: o morire o accompagnare un giovane Capitano italiano a cercare il cadavere del suo povero amico Vittorio Emanuelli, per poterlo riportare in Italia dalla donna comunemente amata. A questo punto non mi rimane che seguire i due all’interno del cimitero di Teruel, dove sono sepolte le salme dei morti a Guadalajara. Solo che un piccolo inconveniente scuote la faccenda, e cioè, attraverso un giornale tenuto tra gli effetti personali del morto Degl’Innocenti (il Capitano) capisce che il cadavere non è quello del suo amico. Cominciamo allora un’inchiesta che ci porterà prima a Siguenza, nell’ospedale militare a cercare di far parlare un povero cristo ridotto alla stregua di un semi-vegetale dopo esser tornato dal fronte. Poche informazioni riguardo ad un lupo. Andiamo allora in cerca di un cecchino comunista che era a Guadalajara, che ci descriverà una visione possibilmente più cupa. Un cimitero, due uomini da lui tenuti sotto tiro, tre notti di luna piena, una fossa scoperchiata, corrono verso di lui, la morte, in preda al terrore, fuggono da una testa urlante. Il mistero si infittisce ed il viaggio non finisce, anzi, ci porta a Madrid, città che amo particolarmente nella quale solitamente sono più che felice di recarmi, solo che questa è una Madrid scossa dalla terribile guerra civile. Una città assediata, prossima alla fine, che vive in un ambiente di festa sconsiderata la sua totentanz. Così mentre Degl’Innocenti s’intrattiene a bere con Hemingway, Stella, sfruttando le sue amicizie, finirà a discutere con una giovanissima zingara che in cambio di informazioni vuole un figlio da lui. Comincia a raccontarci della notte al cimitero e di un soldato, che vinto dalla morte che aleggia intorno diventa il lupo e si dirige verso Guernica. Così Stella ed il capitano si ritrovano a partire verso la città catalana, io li seguo a distanza fino ad un certo punto, fino a che non vedo in lontananza due figure a cavallo. Due figure che mi parlano d’antico, figure illustri, come Don Chisciotte ed il suo scudiero, due figure che cerco di seguire fin nel loro secolo.

Continua…

Non c'è ancora nessun commento.

Lascia un commento!

«

»